Lo streptococco beta emolitico appartiene alla famiglia degli streptococchi. Come tutti i batteri di questa famiglia, anche questo è responsabile di alcune infezioni. Queste infezioni, che colpiscono indistintamente uomini, donne e bambini, possono essere lievi o mortali. In particolar modo possono colpire le vie respiratorie o alcuni organi.
Gli stretoccocchi beta emolitici si dividono in due gruppi distinti tra loro per caratteristiche e tipo di azione. Quello più comune è quello di tipo Alfa e Beta. Questi possono causare un’infiammazione della gola e manifestarsi con febbre ed eruzioni cutanee. In altri casi invece può provocare danni ai reni e al cuore.
Nella maggior parte dei casi, però, queste infezioni possono essere curate con degli antibiotici.
Scopriamo cos’è e come si comporta questo batterio, come si manifesta nell’uomo e la terapia da seguire.
Cos’è lo streptococco beta emolitico?
Lo streptococco beta emolitico è un batterio molto virulento, di forma rotonda e anaerobico che vive all’interno del corpo umano. Si definisce anaerobico perché non necessita ossigeno per vivere ed è emolitico perché attacca il sangue. Le zone più colpite sono bocca, intestino, vagina e pelle. Si presenta in coppia o in catenella.
Questo batterio si divide in gruppi. Quelli più comuni sono lo streptococco beta emolitico A, definito streptococco pyogenes, e lo streptococco beta emolitico B, definito streptococco agalactiae.
Esiste poi lo streptococco D o enterococco e gli streptococchi viridans dei gruppi C, F, G.
Sintomi e complicanze
In base al gruppo di appartenenza questo batterio causa patologie differenti.
Lo streptococco beta emolitico del gruppo A è molto virulento e colpisce principalmente le vie respiratorie. È causa di faringite, tonsillite, otite, sinusite, linfoadenite ma può anche determinare polmoniti, meningiti e sepsi. Questo streptococco è responsabile anche della scarlattina, della scarlattinetta, dell’impetigine e di malattie reumatiche. Può causare anche la Sindrome da shock tossico, cellulite e fascite necrotizzante. I sintomi tipici dello streptococco alfa-emolitico sono mal di gola, linfonodi e tonsille gonfi e arrossati. Come conseguenza la deglutizione potrà essere dolorosa, si potrà avere tosse, naso che cola, raucedine, placche e congiuntivite. Altri sintomi sono febbre alta, mal di testa, nausea e vomito e la presenza di esantemi sul corpo.
Lo streptococco beta emolitico del gruppo B è più pericoloso ed è responsabile di meningiti, polmoniti ed infezioni del sangue, del tratto urinario e della pelle. I sintomi si possono, infatti, confondere con altre patologie ed essere fuorvianti. Tipici sono febbre, difficoltà respiratoria, convulsioni, bradicardia, colorito grigio della pelle, irritabilità e difficoltà a mangiare.
Contagio e rischi dello streptococco beta emolitico
Le probabilità di contagio maggiori si hanno quando il paziente è all’apice della sintomatologia. Non bisogna però sottovalutare il periodo successivo dalla comparsa dei sintomi. Il batterio è infatti contagioso fino a 21 giorni dalla comparsa della sintomatologia se non curato adeguatamente.
Nel caso dello streptococco alfa-emolitico il contagio avviene per via aerea. Ciò significa che il batterio si trasmette da individuo a individuo attraverso la saliva, gli sternuti, la tosse. Il batterio trova accesso anche attraverso la condivisione di alimenti o bevande.
Lo streptococco beta-emolitico è pericoloso se contratto nelle donne in gravidanza, nei pazienti affetti da diabete e nei malati cronici. Questo, infatti, si moltiplica nel tratto genito-urinario. Così facendo, il batterio riesce a penetrare le membrane e colpire polmoni, meningi, utero e sacco amniotico.
Diagnosi
La sintomatologia riferita dal paziente sarà importante per il medico al fine di fare una diagnosi corretta. Dopo aver valutato lo stato della gola e la presenza di linfonodi al collo, bisognerà comprendere se l’infezione ha natura batterica o virale.
Per tale motivo, il medico potrà eseguire due esami specifici: il tampone faringeo e l’esame delle colture.
Se il test è positivo, il medico prescriverà al paziente una cura antibiotica. Se il test del tampone è negativo, ricorrerà all’esame colturale per verificare la presenza dei batteri e riconoscere il tipo.
Nei bambini, la presenza dello streptococco di tipo A può essere verificato anche le analisi del sangue. Più precisamente, si eseguirò il titolo antistreptolisinico.
Cura e trattamento dello streptococco beta emolitico
Lo streptococco beta-emolitico va curato con gli antibiotici. I farmaci indicati sono la penicillina o l’amoxicillina.
Di norma, la cura dura circa 10 giorni per evitare il rischio di sviluppare complicazioni come la febbre reumatica. L’antibiotico è a effetto immediato e già dopo 24 ore di terapia farmacologica il paziente non è più da considerare contagioso. Passato il primo giorno, la febbre si abbassa e dopo altri 3 giorni scompariranno tutti gli altri sintomi.
Nel caso in cui non sia assunto l’antibiotico, il periodo di contagio si prolunga fino a tre settimane dalla comparsa dei sintomi.