La paralisi di Bell è una paralisi temporanea facciale determinata da danni o traumi al nervo facciale. Questo nervo, che si dirama da dietro l’orecchio contribuisce, con i muscoli facciali, a far muovere la fronte, le palpebre e la bocca. Controlla, inoltre, le ghiandole salivari e la lacrimazione, ci permette di riconoscere i sapori dei cibi ed attutisce i rumori operando sull’udito.
Non va confusa con l’ictus o l’ischemia. La paralisi, infatti, blocca temporaneamente un lato del viso e interrompe tutti i messaggi tra cervello e muscoli facciali. Di conseguenza, mancano tutte le funzioni collegate al nervo. È raro che la paralisi interessi entrambi i lati del viso contemporaneamente.
Nota anche come paresi da frigore o da freddo, il mancato controllo deli muscoli e nervi modifica l’aspetto del viso. Inoltre, nei casi più gravi, può rendere difficile svolgere semplici funzioni, come il mangiare e bere.
Può colpire, indistintamente, tutti ma le donne sono più soggette.
Quanto dura?
La condizione fu studiata per la prima volta da Sir Charles Bell, il quale descrisse l’anatomia e la funzione del nervo facciale.
Nella maggior parte dei casi reversibili, la condizione può durare alcuni mesi. La sintomatologia inizia a migliorare in due o tre settimane Con il trattamento adeguato, la mobilità del viso è ripristinata entro 3 – 6 mesi.
Cause principali
Sulle cause della paralisi di Bell sono ancora in corso studi e ricerche. Non sono note, infatti, tutte le cause. È risaputo, però, che è conseguenza di un’infiammazione provocata da un virus o da una compressione del nervo.
I virus che determinano la paralisi sono l’Herpes simplex, l’Herpes zoster e il virus di Epstein-Barr. Quest’ultimo determina la mononucleosi.
Anche le alterazioni del sistema immunitario contribuiscono alla condizione temporanea.
Fattori di rischio
Sulla condizione possono incidere alcune malattie esantematiche, tra cui la rosolia, la malattia bocca-mani-piedi e la parotite. Altre cause possono essere attribuite all’influenza, al raffreddore, ad infezioni e all’ipertensione. Inoltre, incide anche la malattia di Lyme, il diabete, a sarcoidosi, i trami facciali e cranici e i tumori.
A rischio sono anche le donne in gravidanza. In particolar modo, la paralisi colpisce le donne al terzo trimestre di gestazione o nella prima settimana successiva al parto.
Sintomi della paralisi di Bell
La paralisi di Bell si manifesta rapidamente e la sua gravità essere variabile. La fase acuta si evidenzia nelle prime 48 ore.
La sintomatologia principale consiste in un abbassamento della palpebra e dell’angolo della bocca.
Si aggiungono mal di testa, vertigini, stordimento, indolenzimento e pesantezza facciale. Altri sintomi sono la difficoltà respiratoria, l’eccessiva lacrimazione e salivazione e la secchezza degli occhi. L’occhio, in particolare, può ruotare verso l’alto, quando si tenta di chiudere la palpebra. Inoltre è evidente anche alterazione del gusto, dolore dentro e dietro l’orecchio e intorno alla mandibola. Come conseguenza, possono manifestarsi anche disturbi del linguaggio e il volto può apparire inespressivo.
Complicanze della condizione sono l’ulcera alla cornea, danni al nervo facciale e spasmi o contrazioni involontarie nei muscoli facciali.
Diagnosi
Alla comparsa dei sintomi è importante contattare il proprio medico e recarsi al Pronto Soccorso.
Poiché può essere confusa con alcune patologie, al momento della diagnosi sarà fondamentale l’osservazione oggettiva del caso e l’anamnesi. È importante comunicare eventuali patologie.
Per una diagnosi definitiva della paralisi di Bell bisognerà sottoporre il paziente ad alcuni esami. Tra questi, un’elettromiografia (EMG), la risonanza magnetica e la tomografia computerizzata.
Terapia della paralisi di Bell
Se trattata in tempo, i tempi di guarigione della paralisi di Bell sono più rapidi. Tutto dipende da quanto sia stato compromesso il nervo dall’infiammazione. La cura farmacologica e terapeutica varia in base al caso.
Solitamente sono prescritti farmaci cortisonici, antivirali ed analgesici.
Bisognerà lubrificare, con lacrime artificiali e colliri, l’occhio del lato interessato dalla paralisi. Inoltre, poiché l’occhio è molto sensibile e vulnerabile, dovrà essere protetto da polveri e lesioni. A tale scopo, durante il giorno, all’aperto si potranno utilizzare degli occhiali da sole; negli altri momenti e specialmente di notte utile sarà applicare un bendaggio.
Ai fini terapeutici può essere utile eseguire degli esercizi di fisioterapia e massaggi della muscolatura facciale.
In alcuni casi, può essere necessario sottoporre il paziente a un intervento chirurgico per decomprimere l’occhio. Si può, inoltre, ricorrere alla chirurgia plastica quando è compromessa la fisionomia del viso.