Il morbo di Basedow è una patologia autoimmune che interessa la tiroide le cui cause precise non sono ancora state evidenziate. Probabilmente, il suo esordio, su base autoimmune, è legato sia a fattori genetici sia a fattori ambientali, può incidere anche la componente ereditaria.
Si tratta di un disturbo che colpisce maggiormente le donne, in particolare dopo i 40 anni di età e coloro che hanno anche altre malattie autoimmuni, come il diabete mellito di tipo 1 e l’artrite reumatoide.
Il morbo di Basedow comporta uno stato di ipertiroidismo grave accompagnato da sintomi di natura fisica e neurologica ed è anche conosciuto come morbo di Graves o come gozzo tossico diffuso poiché può causare un forte rigonfiamento della ghiandola tiroidea visibile all’altezza del collo.
L’organismo di chi è affetto dalla malattia di Basedow aumenta la produzione di un anticorpo, conosciuto come immunoglobulina stimolante della tiroide (TSI), che causa un eccesso ormoni tiroidei. La comparsa della malattia può essere innescata da un forte stress, un’infezione o come effetto collaterale di una gravidanza. Fumare aumenta la probabilità di sviluppare la malattia.
Vediamo ora nel dettaglio:
I sintomi del Morbo di Basedow
Il morbo di Graves o Basedow può comportare una vasta gamma di sintomi poiché l’aumento di ormoni tiroidei in circolo intacca numerosi organi e tessuti. Se non trattata, può comportare gravi complicazioni tra cui difetti di nascita durante la gravidanza, aumento del rischio di un aborto spontaneo, perdita minerale ossea e, in casi estremi, la morte.
Solitamente, i primi sintomi riguardano la sfera psichica, per questo, molto spesso la malattia non viene diagnosticata tempestivamente. I più diffusi sono ansia, insonnia, irritabilità, emotività, inquietudine, talvolta anche paranoia, depressione, tremori e in casi molto gravi ritardo mentale.
Una volta comparsi, i sintomi di tipo neurologico non regrediscono, neppure durante la fase conclamata del disturbo e possono stabilizzarsi o peggiorare nel tempo.
Per quanto riguarda i sintomi a livello fisico, troviamo debolezza, tachicardia, aritmie, anche gravi, diarrea, fiato corto, sudorazione eccessiva e arrossamento del volto e del collo.
Possono subire conseguenze anche i muscoli e lo scheletro. Le donne sono soggette anche a disturbi del ciclo mestruale che può arrivare persino a scomparire, calo della libido e della fertilità, fragilità delle unghie con tendenza a sfaldarsi e bucarsi e perdita o aumento del peso corporeo.
Tra i sintomi più temuti, poiché legati alla sfera estetica, vi è il cosiddetto gozzo, che può essere causato dall’aumento di volume della tiroide. Tipico del morbo di Graves è anche sviluppare sintomi a livello oculare.
Nelle forme iniziali o meno gravi questi si limitano ad un’aumentata lacrimazione, con fotofobia, irritazione corneale, talvolta con congiuntivite ricorrente e sensazione di sabbia negli occhi.
Nei casi più avanzati può comparire il cosiddetto esoftalmo, una condizione in cui gli occhi fuoriescono in modo innaturale, divenendo gonfi, sporgenti e fissi, fino a rendere lo sguardo come spiritato.
Diagnosi del morbo di Basedow
La diagnosi si effettua sulla base dei sintomi e della ricerca dei fattori di rischio, per poi essere confermata tramite le analisi del sangue e un’ecografia della tiroide con ecocolordoppler per poter valutare il volume tiroideo, la presenza di eventuali noduli e la vascolarizzazione della ghiandola.
L’esordio del problema può accompagnarsi a sintomi molto blandi e simili a molti altri disturbi sia della tiroide stessa come la tiroidite di Hashimoto sia di altra natura. Per questo, spesso si individua con difficoltà e anche il medico può non riuscirci prima dell’aggravarsi dei sintomi.
I primi a comparire sono, soprattutto, i disturbi di carattere neurologico, per cui, è consigliabile non sottovalutare mai eventuali cambiamenti repentini del proprio stato psichico come quelli che abbiamo descritto precedentemente.
Una volta avvenuta la diagnosi sarà necessario l’avvio della terapia medica indicata dallo specialista, per la quale è necessario un periodo di riposo fisico che aiuti il paziente ad abituare il corpo al cambiamento.
Terapie classiche e rimedi naturali
La terapia destinata a contrastare il Morbo di Basedow ha come scopo principale quello di ridurre la quantità di ormoni tiroidei circolanti nel sangue. Sono tre le tipologie di trattamento più diffuse: la somministrazione di farmaci, la terapia con radioiodio, e l’asportazione chirurgica della tiroide.
I farmaci come i beta-bloccanti possono controllare i sintomi e i farmaci specifici per la tiroide, possono aiutare temporaneamente i pazienti come coadiuvante degli altri trattamenti.
Questi ultimi, intervengono sull’ipertiroidismo riportando alla normalità la funzione della tiroide e inibendo la produzione degli ormoni tiroidei, con conseguente miglioramento della sintomatologia. Molto spesso, i problemi agli occhi richiedono ulteriori trattamenti.
In caso di difficoltà a tenere sotto controllo le condizioni cliniche del paziente e lo stadio della malattia come, ad esempio, la presenza o meno di esoftalmo e le caratteristiche morfologiche della tiroide lo specialista potrebbe decidere di ricorrere alla chirurgia per esportare la tiroide.
In caso di gravidanza, la terapia dovrà essere seguita sotto strettissimo controllo medico con particolari accortezze per la condizione in corso e cercando di ricorrere a rimedi naturali.
Il rimedio naturale più efficace per contrastare questa malattia è quello di modificare il proprio stile di vita rendendolo più sano, al fine di aiutare le funzioni organiche a funzionare più correttamente.
Ad esempio, è opportuno fare una dieta bilanciata, senza particolari rinunce ma per mantenere il peso corporeo stabile e assicurarsi i giusti nutrienti. Praticare attività fisica regolarmente è un’altra buona abitudine utile a contrastare l’avanzata del morbo di Basedow, poiché aiuta a mantenere in salute i muscoli e favorisce l’ossigenazione cellulare.
Alcune erbe officinali possono contribuire al controllo dei disturbi della tiroide. Tra le più efficaci: il fucus vesiculosus, detto anche quercia marina, è un’alga ricca in sali minerali, oligoelementi e vitamine che ha un effetto stimolante tiroideo e anti-gotta nei casi di ipotiroidismo, ma va assunto sotto il controllo medico per stabilire il giusto apporto dello iodio che contiene.