La gravidanza richiede particolare attenzione all’alimentazione: bisogna sapere cosa mangiare e quali cibi si devono evitare. Molti alimenti, che solitamente consumiamo in condizioni normali destano preoccupazione per le future mamme. Come il salmone affumicato e la mortadella, anche sui funghi in gravidanza, le mamme in attesa hanno dubbi. Così come per il tartufo in gravidanza, il rischio è di prendere intossicazioni o infezioni pericolose come la toxoplasmosi, la salmonellosi e l’epatite.
L’opinione dei medici è discordante. Molti vietano i funghi in gestazione per il loro livello di tossicità e difficoltà nella digestione. Inoltre, lo stesso Ministero della Salute impone il divieto sia in gravidanza che in allattamento. L’appunto si riferisce, però, ai funghi freschi raccolti nei boschi o nei prati. Non sempre, infatti, si riesce a distinguere quelli commestibili da quelli velenosi.
Se proprio si hanno le voglie, è bene acquistare funghi al supermercato; bisogna essere certi della loro commestibilità per evitare tossicità ed effetti collaterali gravi.

Mangiare i funghi in gravidanza può essere rischioso
Le proprietà dei funghi
I funghi, come tanti vegetali, hanno tantissime proprietà nutrizionali. Sono ricchi di fibre antiossidanti, di sali minerali tra cui potassio, manganese, fosforo, ferro, calcio e zinco. Apportano all’organismo anche proteine. Per questo motivo, sono indicate per le donne in gravidanza che seguono un’alimentazione vegetariana o vegana.
Sono ricchi di vitamine; in particolar modo, i funghi contengono Vitamina D, utile per il metabolismo osseo, e la vitamina B.
Grazie alle fibre che contengono sono ideali anche per quelle donne che, nei 9 mesi di gestazione, soffrono di stitichezza.

Sono da evitare quelli raccolti nei boschi e nei prati
Funghi in gravidanza: quando sono dannosi
I funghi in gravidanza, dunque, sono permessi ma solo se vengono rispettate alcuni accorgimenti.
Il fungo è come una spugna. Riesce ad “assorbire” tutte le impurità e contaminazioni dell’ambiente che lo circonda. I rischi per la nostra salute sono diversi e, in alcuni casi, anche molto gravi.
È stato accertato, infatti, che i funghi possono fare male al fegato. Per questo motivo, non devono essere consumati da quelle donne in gravidanza che soffrono di disturbi gastrointestinali o al fegato. La spiegazione è molto semplice. I funghi sono alimenti altamente tossici.
Gli effetti collaterali, e i sintomi principali dovuti all’avvelenamento da funghi sono vomito, diarrea e dolori addominali. In caso si ingerissero funghi avvelenati in gravidanza ci sono alte probabilità che il feto muoia.

Il medico potrà valutare il caso
Funghi in gravidanza: Conclusioni e consigli utili
La nostra cultura culinaria inserisce in molte preparazioni i funghi. Cotti o crudi, freschi o conservati, sono ideali per preparare deliziose pietanze, dagli antipasti, ai primi e ai secondi.
Prima di mangiare funghi in gravidanza, è consigliabile chiedere sempre il parere del proprio medico. Sarà lui a valutare, permettere o negare, il loro consumo in base al caso.
Il consiglio principale è quello di acquistare i vostri funghi, che siano freschi, secchi o surgelati, nei supermercati. Bisogna anche controllare la data di scadenza e verificare che sia presente l’etichetta che attesta l’avvenuto controllo micologico da parte degli enti predisposti.
Sono, invece, da evitare, i funghi che crescono spontaneamente o che vengono raccolti nei boschi e nei prati. È importante conoscere la loro provenienza e tipologia.
Specialmente in gravidanza, non bisogna eccedere con la quantità. Com’è noto, i funghi sono difficili da digerire. In gravidanza non si devono mangiare più di 200 gr di funghi a settimana.
Cosa fare prima di mangiarli
Prima del consumo, è importante che i funghi siano lavati e che sia rimossa tutta la terra. A tal fine, come per il tartufo, i funghi possono essere lasciati a bagno con del bicarbonato. In questo modo, si avrà la certezza che su ogni fungo non si siano tracce di terra e rischi di toxoplasmosi.
Devono anche essere cotti in acqua bollente per almeno 5 minuti; non bisogna assolutamente mangiarli crudi. Una volta preparati, e per esempio utilizzati per le conserve, devono essere consumati entro 6 mesi. Solo in questo modo, sarà possibile evitare rischi di intossicazione. Ciò non toglie che le conserve possono, in generale, comportare il rischio di botulino a seguito di una scorretta preparazione e conservazione. Il botulino, infatti, è velenoso per il corpo umano. È quindi meglio evitarli in questo momento delicato e meraviglioso della vita di una donna.
Questi consigli valgono anche durante l’allattamento.