Tra i suggerimenti alimentari di una dieta equilibrata è indicato anche al pesce. Questo alimento, infatti, fornisce proteine magre e Omega-3. Tuttavia non bisogna eccedere con il suo consumo perché può essere nocivo. Specialmente in gravidanza ci sono degli alimenti da evitare. Il salmone affumicato in gravidanza è tra quegli alimenti che i medici sconsigliano di mangiare perché possono nuocere alla salute del nascituro.
Ricco di omega-3, fornisce nutrienti che permettono lo sviluppo cellulare e osseo del feto e di alcuni organi, contrasta alcune patologie e riduce gli stati infiammatori. È anche fonte di vitamina A e D, antiossidanti e proteine utili per la futura mamma ma anche per il bambino.
Tuttavia, il suo consumo, a differenza di quello fresco, durante la gestazione è da evitare. Questo alimento, infatti, può contenere un batterio, difficile da eliminare, noto con il nome di Listeria Monocytogenes. Il batterio, se colpisce il feto può compromettere la sua salute e la sua crescita.
Salmone affumicato in gravidanza: i rischi e conseguenze
Il rischi del consumo di salmone affumicato in gravidanza, ma anche per anziani e bambini, è legato ai batteri e infezioni.
La listeriosi è una malattia causata dal batterio Listeria monocytogenes. Questo batterio riesce a causare un’infezione quando dall’intestino passa nel sangue. Durante la gestazione, è pericoloso già dal terzo mese di gravidanza. Sebbene la sintomatologia è quasi del tutto inesistente, i rischi e le complicazioni per il feto sono gravi. Frequenti sono infatti l’aborto spontaneo, il parto prematuro e morte fetale.
Un’altra malattia che può essere causata dal salmone affumicato è la toxoplasmosi. In questo caso il salmone trasmette un parassita, il Toxoplasma gondii. Se riesce a penetrare la placenta e raggiunge il feto i rischi per il bambino sono gravi. Il parassita è infatti responsabile della toxoplasmosi congenita. Come conseguenza il bambino può nascere con deformazioni e patologie, specialmente neurologiche. Inoltre, come conseguenza il parto può avvenire prematuramente o causare aborto o morte fetale.
Una reazione metabolica e allergica che causa infiammazione è l’istamina. Batteri e funghi che la costituiscono possono essere anche una conseguenza di alimenti conservati e affumicati.
Altri agenti patogeni del salmone
Insieme alla listeriosi e alla toxoplasmosi, il salmone può causare altre reazioni pericolose per la gravidanza. Sebbene non siano causa di aborto, morte, malformazioni o ritardo mentale bisogna comunque fare attenzione.
Il salmone affumicato, infatti, può essere mediatore di batteri come le salmonelle, i coliformi e gli stafilococchi. Questi producono tossine e spore pericolose per l’essere umano.
Un altro batterio pericoloso è il botulino che produce delle tossine in grado di danneggiare il sistema nervoso e causare la morte.
Parlando di parassiti, il verme patogeno Anisakis è in grado di annidarsi e perforare l’intestino. L’unico modo per eliminarlo è attraverso un intervento chirurgico.
Agenti contaminanti
Il salmone affumicato in gravidanza non è pericoloso solo per via di agenti patogeni. Sebbene sia un alimento ricco di nutrienti può essere anche stato contaminato da sostanze chimiche. Il mercurio, per esempio, è un metallo pesante che il salmone può assorbire e trasmettere dalla madre al feto.
Un altro agente inquinante è la diossina. Questa è il risultato dell’inquinamento ambientale e dei rifiuti plastici lasciati nell’ambiente.
Salmone affumicato in gravidanza: considerazioni finali
L’Unione Europea impone, per Legge, l’obbligo di abbattere la temperatura del pesce a –20° C. Questa operazione deve durare per almeno 24 ore e riguarda tutti i prodotti ittici.
Il salmone affumicato in gravidanza è dunque da evitare. L’affumicatura, infatti, non è una cottura ma una tecnica che permette di conservare i cibi più a lungo. Per eliminare ogni traccia di agenti patogeni è importante cuocere i cibi o marinarli.
Studi recenti hanno dimostrato che l’affumicatura a caldo permette di uccidere i batteri presenti nel pesce. Bisogna fare attenzione, quando si acquista, che sull’etichetta sia scritto “affumicato a caldo”. Si tratta di una forma di pastorizzazione che raggiunge una temperatura di circa 70°C.
Utile è anche congelare il pesce fino a -20°C al fine di eliminare altri agenti patogeni, parassiti, virus e batteri.
È importante che il pesce acquistato sia certificato e controllato.
Il salmone crudo non deve essere conservato per troppo tempo in frigorifero. Deve essere consumato entro un giorno, previa cottura.
Una volta scongelato non deve più essere conservato o congelato.