In Italia il caso di Yara Gambirasio, la ragazzina di 13 anni a cui è stata tolta la vita continua a far parlare di sé. Lo sta facendo soprattutto in questo periodo in cu il caso sembra essere tornato in auge dopo tantissimi anni.
Un caso che ha praticamente fatto scalpore e che vede come unico indagato e condannato all’ergastolo il muratore di Mapello, Massimo Bossetti. Dal canto suo Bossetti ritiene sin dall’inizio della vicenda di essere estraneo ai fatti, e di non aver assolutamente tolto la vita alla povera Yara.
Ci sono comunque molti punti oscuri ancora in questa vicenda che attende di essere chiarita per bene. Fatto sta che l’unica persona ritenuta con molta probabilità l’autore dell’azione contro la giovanissima Yara, appassionata di ginnastica, è appunto il Bossetti il quale continua ad essere detenuto in casa circondariale.
In queste settimane è uscita una serie su Netflix che ripercorre tutta la vicenda in questione. Nella serie si attraversano i momenti salienti da quando Yara è stata prelevata da uno sconosciuto nella palestra, identificato poi nel Bossetti, fino al processo e alla condanna del muratore di Mapello.
“Yara- oltre ogni ragionevole dubbio” è il titolo della serie Netflix che in questi giorni sta spopolando sulla nota piattaforma di film in streaming. La produzione ha preso in considerazione anche gli aspetti meno indagati della vicenda e ha sentito i professionisti che hanno lavorato e che lavorano ancora sul caso.
A nulla fino ad ora sono valsi i tentativi di far riaprire le indagini da parte dei legali di Bossetti. Ma vediamo nella prossima pagina perchè non si parla mai delle lettere di Massimo Bossetti.