Sono trascorsi quasi 15 anni da quel 26 novembre 2010, quando Yara Gambirasio, una ragazza di 13 anni, scomparì nel nulla dopo essere uscita dalla palestra di Brembate di Sopra, in provincia di Bergamo. Il suo corpo viene ritrovato tre mesi dopo, il 26 febbraio 2011, in un campo a Chignolo d’Isola.
L’esame autoptico sul corpo ha rivelato che Yara presentava ferite da taglio, un colpo alla testa e segni di ipotermia: è spirata lentamente, forse dopo essere stata abbandonata all’aperto. Gli investigatori trovano una traccia di DNA maschile sugli indumenti della giovane. Viene avviata un’indagine senza precedenti, con oltre 25.000 profili genetici analizzati nel tentativo di risalire al colpevole, noto inizialmente come “Ignoto 1”.
Nel 2014, il DNA porta a Massimo Giuseppe Bossetti, muratore di Mapello, identificato come figlio illegittimo del defunto Giuseppe Guerinoni, il cui DNA risultava compatibile con quello ritrovato sulla scena del crimine. Bossetti viene arrestato e si dichiara da subito innocente.
Nonostante le sue proteste, viene condannato all’ergastolo in primo grado nel 2016, condanna confermata in appello e poi dalla Cassazione nel 2018. Il caso sembrava chiuso, ma non si è mai davvero sopito. Negli ultimi anni, la difesa di Bossetti ha ottenuto l’accesso ai reperti originali e agli elettroferogrammi del DNA, chiedendo una revisione del processo, sostenendo possibili errori di laboratorio o contaminazioni.
Nel frattempo, il caso è tornato alla ribalta anche grazie a documentari e serie televisive, come “Il caso Yara – Oltre ogni ragionevole dubbio”. Intanto è proprio di queste ore un clamoroso aggiornamento sul caso. Il Tribunale ha stabilito che… Scopriamo tutti i dettagli nella pagina successiva.