Una nuova fase si apre nel caso giudiziario che ha segnato l’opinione pubblica italiana negli ultimi anni. Massimo Bossetti, condannato all’ergastolo per il delitto della tredicenne Yara Gambirasio, potrà finalmente consultare il profilo genetico della vittima e le immagini ad alta risoluzione degli indumenti analizzati dai RIS.
Il Tribunale di Bergamo ha infatti accolto l’istanza della difesa, autorizzando per la prima volta l’accesso a materiale ritenuto potenzialmente decisivo. La decisione, datata 17 giugno 2025, rappresenta un passaggio chiave verso la possibile richiesta di revisione del processo.
I giudici hanno concesso trenta giorni alla polizia giudiziaria per acquisire la documentazione presso il Ris di Parma e la Polizia scientifica della Lombardia. Si tratta di elettroferogrammi, profili genetici e immagini digitali dei reperti finora non visionati dalla difesa. Particolare attenzione sarà dedicata agli indumenti ritrovati accanto al corpo della ragazza, scomparsa nel 2010 a Brembate di Sopra e ritrovata mesi dopo in un campo di Chignolo d’Isola.
La difesa punta in particolare a riesaminare slip, leggings e giubbotto, sui quali vennero individuate tracce di DNA considerate determinanti nel collegare Bossetti al delitto. Il genetista incaricato, Marzio Capra, già noto per il suo coinvolgimento nel caso Garlasco, avrà ora il compito di analizzare eventuali elementi trascurati durante le precedenti indagini.
Gli avvocati ritengono che l’esame delle immagini possa rivelare dettagli finora non considerati e aprire a nuove interpretazioni. Tra i punti più dibattuti, la traccia denominata 31G20: secondo la difesa, sarebbe stata valutata in modo parziale e priva di un adeguato contraddittorio. Ora sarà possibile esaminare anche i 25mila campioni raccolti durante le ricerche del cosiddetto “Ignoto 1”.