Nel silenzio forzato della casa, la febbre che non accenna a scendere ha imposto un brusco stop alla routine lavorativa di migliaia di persone. Quando si è costretti a letto dalla malattia, il riposo è l’unica priorità, ma quel velo di normalità viene spesso incrinato da una singola, cruciale, incognita.
Arriva dal monitoraggio invisibile, quello attivato dall’Istituto Nazionale della Previdenza Sociale, l’INPS, nel momento stesso in cui il medico curante invia il certificato telematico all’ente.
È l’attesa del medico di controllo, il professionista incaricato di verificare la reale presenza del lavoratore all’indirizzo comunicato: la cosiddetta visita medica di controllo domiciliare.Per molti, l’ansia per il campanello che potrebbe suonare è quasi pari a quella per la convalescenza stessa, un timore che si materializza in finestre temporali ben definite e non negoziabili.
Per anni, la norma ha mantenuto una netta spaccatura tra due mondi del lavoro, quello pubblico e quello privato, differenziando drasticamente i loro obblighi di reperibilità. Una distinzione che il 2025 avrebbe dovuto appianare in via definitiva, ma che nella prassi amministrativa continua a disegnare due scenari distinti e rigorosi, attivi sia nei giorni feriali che in quelli festivi.
Ma quali sono, esattamente, le ore in cui l’assenza da casa è punibile e per chi valgono ancora i due schemi più severi previsti dal sistema, quali sono quindi le nuove regole? Andiamo a vedere tutto nel dettaglio nella pagina successiva. Nonostante le recenti spinte verso l'uniformazione normativa, la questione cruciale rimane legata alla categoria di...