Partito come un caso di scomparsa, quello di Susanna Recchia e della figlioletta Mia, di soli 3 anni, si è concluso nel peggiore dei modi, ieri mattina, domenica 15 settembre. I corpi della madre 45enne, igienista dentale, e della figlia, sono stati ritrovati, ancora abbracciati, dai soccorritori.
Dopo un giorno e una notte in cui le ricerche hanno battuto a tappeto il Trevigiano e, in particolare, la zona in cui è stata rinvenuta la vettura di Susanna, senza nessuno al suo interno, le salme sono state rinvenute nel Piave, arenate su un isolotto. La donna, secondo gli inquirenti, non si sarebbe buttata dal ponte Vidor, vicino al luogo in cui ha abbandonato l’auto, ma sarebbe scesa sul greto del fiume, con in braccio la sua piccola Mia.
In questo modo, Susanna si sarebbe lasciata scivolare nell’acqua fredda del Piave, con la piccola Mia, dove entrambe sono decedute poco dopo. Gli inquirenti pensano che sia accaduto questo ma va precisato che non ci sono testimoni oculari né telecamere di videosorveglianza che hanno ripreso la straziante scena.
La terra del Prosecco, quella che, in questi giorni di settembre, è impegnata con la vendemmia, e di riflesso tutta l’Italia, sono paralizzate dinnanzi ad una duplice tragedia, quella della povera Susanna, igienista dentale, e della piccola Mia.
Ma quale patologia aveva la figlia di Susanna Recchia? In queste ore, così concitate sul fronte delle indagini che ruotano attorno alla prematura scomparsa della donna e della sua bambina, è venuta fuori la verità. Vediamo insieme cosa è emerso nella pagina successiva.