Lo spotting premestruale è un’anomalia di tipo ginecologico che interessa l’organismo femminile. Questa consiste in piccole perdite di sangue marrone che si può verificare qualche giorno prima del ciclo o in concomitanza delle mestruazioni e possono ripetersi tra un ciclo e un altro.
I soggetti maggiormente coinvolti sono principalmente le giovani donne in età fertile ma può verificarsi, frequentemente, anche nelle donne più mature. Mentre le perdite durante il ciclo mestruale durano diversi giorni, sono abbondanti ed assumono un colore rosso brillante, nello spotting premestruale il flusso è modesto e poco intenso.
Il termine spotting deriva dal verbo inglese to spot, ovvero macchiare; le ragioni del suo caratteristico colore sono da attribuire all’ossidazione dell’emoglobina che rende appunto le perdite ematiche più scure.
Nonostante il numero di donne interessate dal fenomeno sia elevato, non sono state identificate tutte le cause ma, con certezza, suggerisce che qualcosa nell’apparato genitale femminile non funziona correttamente.
Principali cause dello spotting premestruale
La sua comparsa non è sempre indice di patologie gravi in atto ma il problema non deve comunque essere sottovalutato. Il parere di un ginecologo è sempre fondamentale. Lo spotting premestruale è connesso alla carenza di un ormone di tipo steroideo: il progesterone.
Questo ormone prepara l’utero all’impianto dell’embrione che determina la gravidanza; quando, invece, questo si altera, determina il flusso mestruale. I fattori che determinano questo squilibrio sono disfunzionali, patologici e organici.
Tra i fattori disfunzionali la causa più comune è lo stress che, può determinare una carenza dell’ormone e causare un ciclo senza ovulazione, detto anche ciclo anovulatorio. Altri fattori disfunzionali sono anche la l’assunzione di terapie ormonali, la pre-menopausa e i disturbi alimentari, diete drastiche, diabete, avere il vizio del fumo.
Anche la contraccezione può provocare casi di spotting; l’inserimento scorretto della spirale, dell’anello vaginale (nel 10% dei casi) o l’uso della pillola anticoncezionale, soprattutto nei primi mesi dall’assunzione, sono considerarsi normali perché l’organismo subisce un cambiamento “forzato”, non naturale, e si deve adattare.
Più complessi e gravi sono i fattori di origine patologica. In questi casi, infatti, queste perdite possono essere indice un’infezione della cervice o della vagina e determinare cisti ovariche, vaginosi, vaginiti, problemi al collo dell’utero, polipi e fibromi, endometriosi, cancro o tumori. In questi casi, è indispensabile consultare un medico specialista ed eseguire degli esami approfonditi.
Le ragioni delle perdite di sangue legate a fattori organici possono essere collegate, ma non devono essere confuse con le piccole perdite di impianto dell’ovulo; queste perdite, infatti, non sono pericolose, indicano l’inizio di una gravidanza, non coincidono con il ciclo mestruale e di solito sono di colore rosato. Se, invece, queste perdite di sangue, sono dolorose, di colore acceso e compaiono durante le prime settimane di gravidanza potrebbero indicare un aborto spontaneo e dunque è indispensabile contattare il ginecologo.
In alcuni casi, lo spotting premestruale può essere dovuto anche al distaccamento del trofoblasto che, simile alla placenta, nutre l’embrione. Un’altra causa di carattere organico è la disfunzione a carico della tiroide. In questi casi, è necessario eseguire dei controlli anche da un endocrinologo.
Sintomi, durata e diagnosi
L’intensità, la frequenza e i sintomi dello spotting premestruale sono soggettivi e variano da donna a donna. Quando si verifica non bisogna eseguire particolari trattamenti; l’unica accuratezza necessaria è indossare dei salva slip qualche giorno prima della presunta data del ciclo mestruale per evitare spiacevoli imbarazzi e macchiare i vostri indumenti. Il flusso di sangue, infatti, non si può bloccare e neanche prevedere con esattezza.
I sintomi più comuni sono il cattivo odore, accompagnato da secrezione vaginale dal colore anomalo, crampi, prurito vaginale, gonfiore e sensazione di bruciore; spesso, la donna soggetta a queste perdite, può avvertire una forte sensazione di affaticamento.
Lo spotting premestruale dura al massimo 4 giorni e si può anche verificare durante il periodo dell’ovulazione, ovvero circa 8-10 giorni prima delle mestruazioni; se la perdita di sangue dura più a lungo o se si presenta 12 giorni prima dell’ovulazione è meglio eseguire un controllo medico specialistico.
Queste perdite di colore scuro, infatti, possono indicare un problema patologico più serio: polipi, fibromi, cisti ovariche, cancro uterino o del collo dell’utero. La diagnosi si effettua attraverso una visita ginecologica, degli esami del sangue, l’ecografia trans vaginale, il pap test, la biopsia del collo dell’utero, la colposcopia e l’ecografia pelvica.
Cure preventive e trattamenti
È bene tenere a mente che quando lo spotting premestruale si verifica sporadicamente non c’è da preoccuparsi; in caso contrario la perdita di sangue può essere indice di un problema ginecologico più serio e, dunque, è meglio consultare uno specialista.
Quando le ragioni delle perdite di sangue pre-mestruali sono attribuite a motivi disfunzionali, come lo stress, è importante cambiare stile di vita, regolare tempi di iper attività, rilassarsi, mantenere il peso forma, fare attività sportiva leggera (es. la camminata, yoga, pilates, stretching), dormire regolarmente, curare l’alimentazione che deve essere ricca di vitamine, fibre, proteine, oli vegetali. Bisogna, inoltre, assolutamente eliminare le sigarette.
Quando si riscontra una carenza del progesterone, il medico può prescrivere l’assunzione di un integratore che ha la funzione di evitare la perdita ematica, contrastare i disturbi sintomatologici, ma anche facilitare una gravidanza.
È importante sottolineare che le cure preventive non sono sufficienti o risolutive quando il caso è determinato da forme patologiche come il cancro o il tumore. In questi casi, infatti, essendo di origine patologica, il soggetto deve sottoporsi a controlli medici e curarsi con terapie adeguate.