Per la terza volta consecutiva in questa stagione, Carlos Alcaraz e Jannik Sinner si sono ritrovati uno di fronte all’altro in una finale di Grande Slam. Una rivalità giovane, intensa, che sta già segnando un’epoca. Al Roland Garros era stato lo spagnolo a sollevare il trofeo, mentre a Wimbledon l’altoatesino aveva firmato un’impresa storica, diventando il primo italiano a conquistare l’erba sacra di Londra.
Gli US Open hanno dunque rappresentato la terza e decisiva resa dei conti di un duello che, a soli vent’anni, promette di scrivere pagine indimenticabili. Sul cemento di Flushing Meadows, Alcaraz ha imposto la sua legge in poco meno di tre ore, chiudendo la pratica con il punteggio di 6-2, 3-6, 6-1, 6-4.
Dopo un secondo set ben giocato da Sinner, che sembrava poter riaprire la partita, lo spagnolo ha alzato il livello con la consueta esplosività, combinando potenza e imprevedibilità. La partita è durata 2 ore e 42 minuti e ha mostrato un Alcaraz capace di dominare i momenti chiave, trasformando le chance con freddezza e mantenendo una solidità quasi inespugnabile al servizio.
Con questo successo, il murciano si porta a quota sei titoli dello Slam, confermandosi come il volto nuovo del tennis mondiale. Per lui si tratta del secondo US Open, dopo il trionfo del 2022, a testimonianza di un feeling speciale con New York e con le sue notti cariche di energia.
La vittoria, oltre al prestigio, porta con sé anche un cambio al vertice della classifica mondiale: Alcaraz torna numero uno, scalzando Sinner dopo 65 settimane di primato. Dopo la brutta batosta, Jannik Sinner ha lasciato tutti di stucco con dichiarazioni scioccanti. “Tornerò…”: ecco tutti i dettagli nella pagina successiva.