Ci sono disturbi del sonno che più di altri mettono angoscia e fanno paura. Tra queste, oltre alle apnee notturne, c’è la paralisi del sonno, detta anche paralisi ipnagogica.
II soggetto affetto da questa patologia si ritrova improvvisamente sveglio ma paralizzato fisicamente ed incapace di parlare e chiedere aiuto. Spesso con essa si manifestano allucinazioni, in cui si avverte la presenza di qualcuno, dei mostri o fantasmi, o si sentono dei suoni o rumori non reali, ed ancora attacchi di panico ed ansia.
In genere, sono eventi sporadici e la crisi dura da pochi secondi a qualche minuto; passata, il soggetto torna a muoversi e parlare come se nulla fosse accaduto ma è consapevole di ciò che ha vissuto.
Füssli descrive il fenomeno nel suo dipinto “L’incubo” (1781). Il quadro mostra una giovane donna addormentata che ha sopra il petto un mostro che guarda lo spettatore; dietro una tenda c’è una giumenta che mostra il volto.
Le allucinazioni
Come abbiamo anticipato, la paralisi del sonno è spesso associata alle allucinazioni che possono essere visive o uditive.
Vengono distinte due tipologie di allucinazioni. Quando le allucinazioni, si verificano nel passaggio dalla veglia al sonno, sono dette allucinazioni ipnagogiche; se, invece, si verificano al risveglio, sono definite allucinazioni ipnopompiche.
Queste allucinazioni possono creare nella mente del soggetto la sensazione che ci sia un intruso vicino a sé o ascoltare suoni che non esistono.
Inoltre il soggetto avverte una forte pressione sul petto a volte associata alla percezione di subire violenze fisiche o sessuali.
In alcuni casi il soggetto affetto dal disturbo del sonno immagina di levitazione ed uscire dal proprio corpo.
Le cause principali della paralisi del sonno
Da un punto di vista neurologico questo stato è dovuto ad un prolungamento eccessivo della fase di sonno REM (Movimento Oculare Rapido), oppure a un suo inizio anticipato.
Durante il sonno, infatti, solitamente si attivano dei meccanismi ormonali che rilassano i muscoli e determinano la paralisi temporanea tipica della fase REM. Con il risveglio questi meccanismi si interrompono.
Con la paralisi del sonno, in breve, il soggetto si sveglia prima che il meccanismo ormonale si sia bloccato; in questo caso si parla di paralisi ipnopompica. Questa paralisi, però, può avvenire anche prima di addormentarsi e ciò vuol dire che gli ormoni vengono rilasciati in anticipo sebbene la persona sia ancora sveglia; questo evento viene definito paralisi ipnagogica.
I soggetti più predisposti sono indistintamente uomini e donne; i soggetti più a rischio sono coloro che dormono poco e male, che sono affetti da narcolessia e che hanno un’età compresa dall’adolescenza ai 40 anni. Gli studi hanno rivelato che anche la genetica può influire sul fenomeno poiché sono stati riscontrati casi paralleli in cui il disturbo si è già manifestato in famiglia.
Altre cause vanno ricercate nello stress e nella stanchezza fisica, nella mancanza di riposo, nell’irregolarità dei ritmi di vita, nella posizione supina, nell’abuso di sostanze eccitanti.
Rimedi e cure della paralisi del sonno
È bene sottolineare che la paralisi del sonno non è pericolosa per la salute, se si presenta molto raramente. È bene comunque informare il medico per valutarne l’incidenza, il livello e la frequenza.
Tra le prime cose da fare bisogna aumentare il numero di ore di sonno, migliorare la qualità del riposo durante la notte, eliminare i fattori di stress, cercare di rilassarsi, limitare l’uso di sostanze eccitanti come il caffè, il the, l’alcool e la nicotina.
L’aiuto di uno specialista, psichiatra o psicologo, può aiutare a superare l’ansia legata al disturbo e le allucinazioni. È importante che il paziente sia consapevole del disturbo per evitare ansia, attacchi di panico o depressione.
Cura farmacologica
La terapia viene stabilita in base al caso e al numero degli episodi denunciati dal paziente. In genere, il medico prescrive una cura farmacologica, antidepressiva, solo nei casi più gravi, quando cioè la paralisi notturna diventa cronica.
La funzione degli antidepressivi sarà quella di ridurre l’intensità del rilassamento muscolare notturno e la profondità del sonno durante la fase REM.
La durata del trattamento può variare da uno a due mesi o essere prolungata o interrotta solo a seguito di cambiamenti o miglioramenti della condizione.
Se il soggetto è affetto da depressione o attacchi di panico bisognerà curare innanzitutto queste patologie.