Il pap test positivo può destare molta preoccupazione essendo uno degli esami fondamentali per tenere sotto controllo lo stato di salute di una donna. Si tratta di un controllo molto semplice e indolore a livello citologico che indaga le alterazioni delle cellule della cervice dell’utero.
Si tratta di un controllo fondamentale e obbligatorio che sarebbe opportuno ripetere costantemente, con una cadenza specifica per ogni età (sempre più spesso man mano che si invecchia) poiché ha lo scopo di prevenire la comparsa di un tumore.
Un pap test positivo potrebbe indicare la presenza dell’HPV meglio noto come Papilloma Virus, un virus che colpisce la stragrande maggioranza delle donne. Tuttavia non sempre un pap test positivo è indice di una patologia grave in corso.
Il Papilloma Virus se trascurato e non tenuto sotto controllo può essere una delle cause del tumore all’utero, ma anche all’ano, al seno e alla gola. Per questo è necessario consultare immediatamente un medico.
In questo articolo scopriremo come imparare a leggere i risultati di questo esame per agire tempestivamente e risolvere il problema emerso.
Che cos’è il papilloma virus?
Il Papilloma Virus è molto diffuso tra le donne, quasi sempre asintomatico, in genere si risolve da solo nel giro di 1 o 2 anni.
Vale comunque la pena tenere sotto controllo la nostra salute e per questo motivo dopo i 25 anni di età, viene altamente consigliato il ricorso al Pap test, lo strumento che ci permette di individuare la presenza del virus all’interno della cervice.
Le infezioni da papilloma virus possono essere la causa di lesioni alle mucose e di malattie della pelle. In alcuni casi può provocare delle lesioni a livello del collo dell’utero. Nella maggior parte dei casi guariscono spontaneamente, ma alcune, se trascurate, possono progredire verso forme tumorali come tumore del collo dell’utero.
In cosa consiste il pap test e quando farlo
Ideato dal medico Papanicolau, da cui ha preso il nome, questo test è il miglior sistema diagnostico per scoprire precocemente un’eventuale lesione cancerosa all’utero, anche in fase iniziale.
Per questo, sottoporsi ad un regolare controllo ginecologico significa tutelare attivamente ed efficacemente la propria salute e la propria vita. Infatti, le linee internazionali raccomandano di ricorrere al pap test dopo il 25esimo anno di età, eseguendolo poi in maniera regolare.
Inoltre, non è solo utile nell’individuazione del Papilloma Virus, infatti, con quest’esame è possibile individuare anche diverse infezioni, di natura batterica, micotica o virale.
Da un punto di vista pratico questo test viene in genere eseguito in ambulatorio o in ospedale. Mentre la donna si trova sul lettino il ginecologo, dilata leggermente le pareti vaginali attraverso l’uso di uno specifico strumento (speculum) al fine di poter prelevare un piccolo campione di cellule cervicali dal collo dell’utero. Il campione verrà poi analizzato in un laboratorio che ne verificherà i risultati.
L’esame dura in genere pochi minuti, non è particolarmente invasivo e non è necessario essere accompagnati, in quanto al termine della visita la paziente può tornare a casa da sola.
Questo esame non è assolutamente causa di dolore e non comporta alcun rischio, anche se alcune donne possono accusare un leggero fastidio ed eventualmente piccole perdite di sangue nei giorni successivi.
Il pap test può essere eseguito in gravidanza senza problemi fino all’ottavo mese. Tuttavia, è bene informare della propria condizione chi esegue l’esame.
Come interpretare i risultati
I risultati del pap-test, in genere consegnati dopo due settimane, vanno innanzitutto distinti in:
Pap-test negativo: le cellule epiteliali del collo dell’utero prelevate durante il test sono risultate normali; di conseguenza non è necessario alcun trattamento; la paziente viene comunque invitata a ripetere il pap-test dopo il lasso di tempo concordato con il medico.
Pap-test anormale (positivo): nelle cellule epiteliali del collo dell’utero prelevate durante l’esame è possibile evidenziare delle anomalie, la cui natura e gravità vengono descritte da termini squisitamente medici, apparentemente incomprensibili, che andremo ad analizzare nel corso dell’articolo.
Il Pap test positivo
I risultati del pap test si dividono principalmente in due: negativo e positivo.
Se il pap test è negativo significa che il campione di cellule è normale o che non ci sono segni di infezione. Tuttavia può accadere che il pap dia un risultato “insoddisfacente” per la valutazione.
Ciò significa che la raccolta del campione non è stata eseguita bene, o che le cellule non possono essere identificate con precisione e l’esame andrà quindi ripetuto.
Capita poi che si presenti un pap test negativo ma con presenza del virus. Questo significa che non vi è alcuna lesione precancerosa; il ginecologo deciderà come procedere, per esempio, potrebbe decidere di tipizzare il virus presente per capire se fa parte di uno dei ceppi ad alto rischio.
Se invece il risultato è pap test positivo, è importante non allarmarsi eccessivamente: dal momento dell’infezione dall’HPV all’eventuale insorgenza di un tumore cervicale maligno trascorrono molti anni.
Quando il risultato è positivo vuole dire che una o più piccole alterazione cellulari sono state rilevate. I cambiamenti nelle cellule sono comuni, non devono destare particolare preoccupazione ma vanno comunque fatti controllare subito per evitare problemi futuri.
I risultati di un pap test positivo possono essere interpretati in più maniere, per questo, è sempre indicato il consulto dello specialista. Se vengono segnalate solo cellule squamose atipiche, significa che si è in presenza di una semplice infezione virale da debellare con appositi antibiotici.
Al contrario, se nel referto si parla di lesione squamosa intraepiteliale (SIL) vuol dire che vi è la probabilità, da verificare, di un’alterazione pre-cancerosa, ovvero di una lesione che potrebbe dare origine ad un carcinoma dell’utero se non curata subito. Infine, possono essere rilevate cellule che sono già maligne.
Come procedere
A seconda dei risultati dell’esame, il medico vi può consigliare una di queste strategie:
Normali controlli periodici. Se avete più di 30 anni, l’esame dell’HPV è negativo, dovrete fare il pap test con la periodicità consigliata, di solito ogni 3-5 anni.
Colposcopia. In quest’esame di follow-up il medico usa il colposcopio (una lente di ingrandimento speciale) per esaminare più da vicino il collo dell’utero.
Biopsia. In quest’esame, eseguito in molti casi insieme alla colposcopia, il medico preleva un campione di cellule del collo dell’utero e le esamina al microscopio.
Asportazione delle cellule anomale. Per evitare che le cellule anomale si trasformino in un tumore, il medico può consigliarvi di sottoporvi all’intervento chirurgico per rimuovere le zone di tessuto che le contengono.
Una volta stabilita la natura e l’entità del virus, i trattamenti previsti possono andare dal semplice monitoraggio, alla cura antibiotica ad ulteriori interventi leggermente più invasivi, di cui lo specialista vi spiegherà la procedura.