Fumo in gravidanza: fa davvero male? Rischi e conseguenze

Il fumo in gravidanza è pericoloso per lo sviluppo del feto e può avere conseguenze anche molto gravi: per questo risulta necessario smettere subito di fumare. Ecco i rischi e cosa può succedere al neonato anche dopo la nascita.

Fumo in gravidanza: fa davvero male? Rischi e conseguenze

Il fumo in gravidanza quanto può essere nocivo? Per le fumatrici questo vizio può essere un problema durante la gestazione. Alcune donne infatti non riescono a smettere, altre mettono da parte le sigarette spontaneamente perché non ne sentono più la necessità o, peggio, a causa della nausea gravidica il fumo può dare loro fastidio.

Sicuramente, alla base di tutto c’è che il fumo fa sempre male, questo è risaputo. All’inizio della gravidanza a tutte le donne fumatrici viene raccomandato dai medici di smettere di fumare. Ma cosa può comportare la sigaretta in gravidanza? Quali sono i danni che si arrecano al feto? Sono più i rischi per la madre o quelli per il bambino? Di seguito un’analisi sul fumo in gravidanza, sui rischi e sulle sue conseguenze.

Fumare in gravidanza fa male?

Soltanto il 60% delle fumatrici abbandonerebbe le sigarette in gravidanza e molte si chiedono quante sigarette si possono fumare in gravidanza. Eppure la gestazione è un periodo particolare in cui tutto ciò che si mangia, beve o inala può avere effetti indesiderati sulla madre e sul bambino. In caso di gravidanza accertata il primo consiglio è proprio quello di smettere subito di fumare.  Anzi, la gestazione può essere la buona occasione per abbandonare il vizio e preservare la propria salute.

Anche fumare nelle prime settimane di gravidanza fa male

Anche fumare nelle prime settimane di gravidanza fa male

Le sostanze tossiche contenute nelle sigarette possono essere davvero pericolose per il bambino, poiché arrivano alla placenta e quindi al feto. Anche il fumo passivo, secondo uno studio del 2014 della Women’s Health Initiative, può arrecare danni al feto, quanto quello diretto: giusto allora che non si fumi accanto a una donna gravida, soprattutto in ambienti chiusi.

Il fumo in gravidanza fa male e fa male addirittura aver fumato nei mesi precedenti alla gestazione. Ebbene sì, nelle sigarette con la combustione si liberano principalmente tre sostanze pericolose per il feto: il monossido di carbonio, la nicotina e il catrame. Il primo, legandosi all’emoglobina, inibisce l’azione dei globuli rossi e diminuisce la quantità di ossigeno anche per il bambino. La seconda provoca un restringimento dei vasi sanguigni, quindi un minor afflusso di sostanze nutritive al feto, il quale può nascere sottopeso.

Ancora più male fa fumare nelle prime settimane di gravidanza, quando il feto è nella fase di sviluppo più delicata. Se il monossido di carbonio delle sigarette raggiunge la placenta, il feto può essere a rischio di malformazioni, dal momento che la crescita degli organi può venire compromessa. I dati dell’Istituto superiore di sanità (sorveglianza Passi) parlano chiaro: “Fumare e consumare alcol in gravidanza o durante l’allattamento al seno è particolarmente dannoso per la salute del nascituro e del neonato”. Si raccomanda l’astensione totale per il fumo di tabacco in gravidanza. Ad arrecare i danni può essere sufficiente una sola sigaretta.

Rischi e conseguenze del fumo in gravidanza

Molti sono i rischi e le conseguenze del fumo in gravidanza, alcuni anche molto gravi. Anzitutto va detto che può mancare una corretta ossigenazione della gestante, di conseguenza del feto. Questo comporta una difficoltà nello sviluppo del bambino. Sono soprattutto i polmoni del feto ad avere maggiori rischi mentre il cuore è costretto a pompare con grande sforzo. Da non sottovalutare il rischio di parto prematuro, di aborto spontaneo e di gravidanza extrauterina (ectopica). Come sopra detto, il fumo può essere causa di gravi malformazioni degli organi interni, o di anomalie congenite come la labiopalatoschisi, e, nei casi più gravi, il bambino può nascere morto.

Sono tanti i rischi connessi al fumo in gravidanza

Sono tanti i rischi connessi al fumo in gravidanza

Diverse sono le conseguenze del fumo in gravidanza anche dopo che il bambino è nato. Ci possono essere per esempio problemi polmonari, all’apparato cardiocircolatorio o addirittura forme di ritardo mentale. Quest’ultimo punto è emerso da uno studio che è stato pubblicato dall’Ajhg nel 2016: le sostanze tossiche delle sigarette sarebbero infatti alla base di alcune modifiche del Dna del feto, le quali possono poi generare difficoltà mentali nel bambino o anche problemi comportamentali una volta cresciuto.

Secondo gli esperti, dopo la nascita, nelle donne che hanno fumato in gravidanza si riscontra un aumentato rischio di sindrome della morte improvvisa del neonato (Sids). Può succedere, per motivi ancora poco noti, che un lattante in apparenza sano muoia durante il sonno nella culla: una situazione più diffusa in caso di fumo in gravidanza.

Smettere di fumare in gravidanza

Non è facile smettere di fumare per tutte, nonostante le raccomandazioni e i rischi noti del fumo. Per questo, può essere utile rivolgersi a un esperto, che può sostenere la donna gravida nella fase di abbandono delle sigarette. Gli esperti raccomandano anche che sarebbe meglio smettere immediatamente di fumare quando si vuole programmare una gravidanza. Il fumo può rendere sterili e quindi difficoltosa la ricerca di una gestazione.

Il medico o il ginecologo possono dare consigli alle proprie pazienti per aiutarle a smettere di fumare, sia nella ricerca della gravidanza sia quando questa è iniziata. Ci si può affidare anche centri antifumo specializzati per trovare il percorso di dissuefazione più adatto alle proprie esigenze.

Continua a leggere su Fidelity Donna