Un aborto interno è una delle esperienze più traumatiche per la vita di una donna. La gioia della gravidanza e l’attesa di aspettare un bambino svaniscono improvvisamente, lasciando spazio ad un grande vuoto fisico e psicologico che, spesso, è difficile da superare.
I primi sintomi sono delle perdite scure, seguite da una mancata crescita della pancia e da una diminuzione delle dimensioni del seno. I crampi addominali e i dolori al ventre sono altrettanto diffusi in caso di aborto interno. Le perdite vaginali tenderanno al rosso scuro o al marrone; inizialmente saranno di lieve entità, nei giorni seguenti inizieranno ad essere sempre più abbondanti, come una mestruazione.
Anche i crampi aumenteranno con il passare del tempo, fino a diventare dei veri e propri dolori simili a quelli della fase pre-parto. Per alcune donne i sintomi dell’aborto interno si presentano con la scomparsa di tutte le sintomatologie tipiche della gravidanza, mentre per altre, queste sintomatologie continueranno ad essere presenti. Queste donne, infatti, continueranno ad avere un seno grosso o la nausea, proprio come se la gravidanza stesse procedendo normalmente.
Aborto interno spontaneo: cosa accade all’embrione
Quando si ha un aborto interno, l’embrione smette di vivere, continuando a rimanere all’interno dell’utero. A volte ci vogliono alcune settimane affinché l’embrione venga espulso e può avvenire che si disidrati o che venga riassorbito. Quest’ultimo caso si verifica quando l’aborto avviene nelle prime settimane di gestazione.
Durante l’aborto interno l’evoluzione dell’utero viene arrestata, per tale ragione, per confermare questa diagnosi è indispensabile sottoporsi ad una visita ginecologica con un’ecografia, che sarà in grado di stabilire che l’embrione non è più vitale. Se la diagnosi verrà confermata bisognerà effettuare uno svuotamento dell’utero.
Durante l’aborto l’embrione non sempre viene espulso, perché il collo dell’utero rimane chiuso. Bisogna, quindi, procedere chirurgicamente con un raschiamento o un’aspirazione, che consente di eliminare tutto ciò che rimane dell’embrione. Se, però, l’aborto avviene nelle prime settimane, non sempre è necessario questo tipo di intervento.
Aborto interno: cause principali
Le cause principali vanno ricercate nelle problematiche che ci possono essere nell’utero e nella cervice, in alcune malattie della donna come l’ovaio policistico o disturbi della tiroide. Una delle cause più comuni è, infine, un problema genetico del feto oppure una sua anomalia a livello cromosomico. Naturalmente ci sono alcuni fattori di rischio, che aumentano la probabilità di aborti interni ed essi sono: l’età della futura mamma che supera i 40 anni, l’obesità, la pressione alta, un’infezione o un’intossicazione alimentare.
Come riconoscere un aborto interno
Non sempre è facile riconoscere un aborto, perché le perdite vaginali, così come i dolori addominali, che rappresentano il campanello d’allarme in questi casi, sono molto comuni durante ogni gravidanza. Per tale ragione, molte donne si accorgono di aver avuto un aborto interno solo dopo settimane.
In ogni caso, se vi rendete conto che le perdite vaginali sono troppo scure e che la sensazione di essere incinta, sia improvvisamente spartita, è bene rivolgersi immediatamente al ginecologo. Il seno è molto importante, se ci si accorge che le sue dimensioni si sono ridotte o che la sensazione di gonfiore, tipica del periodo, è scomparsa, sarebbe opportuno rivolgersi all’esperto.
Aborto interno: risvolti psicologici
A livello psicologico non è facile superare un simile trauma, perché la maggior parte delle donne che ha vissuto questa esperienza ha paura di affrontare una nuova gravidanza, avendo timore che si ripeta la stessa cosa, che quella piccola vita che sta crescendo dentro, improvvisamente smetta di esistere. Non è, però, necessariamente così, perché più della metà delle donne che ha avuto un aborto interno, riesce a portare a compimento la gravidanza successiva e solo una donna su cento ha la possibilità di avere due o tre aborti consecutivi, che in ogni caso, non compromettono la possibilità di avere figli nel futuro.
Molte donne iniziano a colpevolizzarsi, pensando di esserne la causa, poiché hanno vissuto un momento di stress, sono rimaste a lungo a piedi, hanno lavorato per molto tempo, hanno svolto attività fisica, hanno preso l’aereo, hanno subito uno shock o una paura. E’ bene che le donne sappiano che questo senso di colpa non serve a niente, perché queste azioni non possono, in alcun modo, aver interferito con la perdita del bambino. La sola cosa da fare è andare avanti e se le condizioni lo permettono, cercare di avere un nuovo figlio, una nuova gioia, una nuova gravidanza.