Su Favara, in provincia di Agrigento, era calata una tranquilla sera come tante, il classico mercoledì di ottobre che si spegneva nella routine del rientro a casa. Quella normalità, così scontata, stava per incrinarsi per sempre sotto la furia improvvisa di un elemento inatteso.
Senza preavviso, la pioggia si è trasformata in un nubifragio che non lascia scampo. In pochi minuti, le vie si sono gonfiate, le strade hanno tradito la loro funzione e si sono mutate in canali impazziti, portando via ogni segno di stabilità. A volte, sono gli eventi più assurdi a scrivere le storie più dure.
Questo violento cambio di scenario ha segnato l’ultima traccia di una donna, strappata alla sicurezza del contesto urbano dalla potenza cieca dell’acqua. L’atmosfera è passata in un lampo dal rumore sordo della tempesta a un silenzio ancora più traumatico, quello della consapevolezza: Marianna Bello, moglie e madre di tre figli, non era più lì. Il frastuono è cessato, lasciando dietro di sé solo il fango e una voragine emotiva.
Dov’è andata, in quale gola o letto asciutto l’ha trascinata la furia del temporale? Domande che hanno riempito l’aria di Agrigento fin dal primo momento, da quel drammatico due ottobre in cui la terra ha tremato per l’acqua. L’intera comunità si è stretta, ma l’unica certezza è l’angoscia che si allunga, giorno dopo giorno, senza trovare risposta. A quel punto, non restava che affidarsi al lavoro di chi non accetta la sconfitta. Ma è possibile continuare a sperare quando sono trascorsi così tanti giorni da quell’ultima, tragica immagine?
Dopo 16 giorni di ricerche, è arrivata una notizia improvvisa su Marianna Bello ma si tratta di una news positiva oppure no? Vediamolo insieme nella pagina successiva.
L’attesa si misura in settimane e l'interrogativo che spezza la notte a chi veglia, in...