Filippo Turetta, dopo il suo arresto in Germania per il femminicidio della sua ex fidanzata Giulia Cecchettin, dal 25 novembre 2023 si trova rinchiuso nel penitenziario di Montorio.
Come reso noto dalla stampa, l’iter di Filippo nella casa circondariale veronese è stato molto travagliato, in quanto inizialmente, è stato trasportato in infermeria e ha trascorso parecchio tempo nella sezione dei detenuti protetti, ossia tra i detenuti maggiormente da tutelare a livello di incolumità, per aver commesso reati che generano forte riprovazione sociale. Turetta ha chiesto di essere spostato ed è stato trasferito nella sezione di alta sicurezza insieme ad altri condannati per delitti che devono scontare condanne superiori ai 5 anni.
Il reo confesso del femminicidio di Giulia Cecchettin ha chiesto questo per provare ad accedere a un programma che gli consenta di lavorare, firmando una carta che esonera il penitenziario di Montorio da qualsiasi responsabilità in caso di problemi con gli altri detenuti.
Quello che si temeva è accaduto in quanto a fine agosto Filippo Turetta è stato colpito da un pugno in faccia da un altro detenuto, Cesare Dromì, che gli ha rotto il labbro. Per diverso tempo l’ipotesi iniziale del movente del gesto è stata collegata a una sorta di codice d’onore che non è scritto, ma che presuntamente vige tra i detenuti, mentre ora, a distanza di diverso tempo da quell’accadimento, la pista seguita parrebbe essere un’altra.
Il killer che ha colpito Filippo Turetta ce l’ha fatta, ma a cosa? Non ci resta che scoprirlo insieme in dettaglio nella pagina successiva del nostro articolo, alla luce degli ultimissimi aggiornamenti trapelati sul caso.
Inizialmente si era parlato di un presunto codice d'onore che aveva spinto Dromì a colpire...