A diciotto anni dal delitto di Chiara Poggi, avvenuto a Garlasco il 13 agosto 2007, il caso torna a scuotere l’opinione pubblica e la magistratura. Nel marzo 2025, la Procura di Pavia ha infatti riaperto ufficialmente il fascicolo, notificando ad Andrea Sempio, amico del fratello della Poggi, un avviso di garanzia.
A rimettere Sempio al centro dell’inchiesta è una vecchia traccia: l’impronta palmare numero “33”, ritrovata vicino al cadavere della giovane e mai pienamente attribuita. Questa impronta era già stata oggetto di analisi approfondite nel 2016, ma ora – secondo quanto trapela – le nuove tecnologie forensi avrebbero rafforzato la compatibilità con l’indagato.
A rendere ancora più inquietante il quadro ci sono gli ultimi risultati genetici: sotto le unghie di Chiara Poggi sarebbe stato isolato materiale genetico riconducibile a Sempio. Un elemento che, se confermato in sede dibattimentale, potrebbe aprire scenari completamente nuovi rispetto alla verità giudiziaria consolidata negli anni.
La posizione di Alberto Stasi, condannato in via definitiva nel 2015 a 16 anni di reclusione, appare ora oggetto di un possibile riesame, sebbene al momento non sia stato adottato alcun provvedimento in tal senso. I suoi legali, da sempre sostenitori dell’innocenza del loro assistito, parlano di “elementi nuovi, chiari e decisivi” per una revisione del processo.
Il caso Garlasco, uno dei più controversi della cronaca nera italiana, si arricchisce dunque di nuovi e potenzialmente dirompenti tasselli. E’ proprio di queste ore un clamoroso colpo di scena che sta lasciando tutti senza parole. “Li ha trovati…”: scopriamo tutti i dettagli nella pagina successiva.