Lo sfogo di Sant’Antonio, noto anche come Fuoco di Sant’Antonio, è una malattia infettiva che deriva dalla riattivazione del virus della varicella: il Virus Varicella-Zoster (VZV). Possono esserne colpiti, quindi, solo i soggetti che hanno contratto la varicella da piccoli. Il termine scientifico per indicare la patologia è Herpes Zoster.
Le vescicole, sono molto dolorose, pruriginose e formano una fascia su un lato del corpo. Lo sfogo può durare da 2 a 6 settimane e non deve essere sottovalutato, poiché può causare anche danni molto seri.
Il rischio di contrarre la patologia è più alta in alcune persone. In particolare, lo sfogo si presenta nelle persone adulte sopra i 40 anni, in quelle che presentano un sistema immunitario compromesso come nel caso dei pazienti affetti da tumori e HIV e in coloro che assumono farmaci immunosoppressori. Inoltre, possono esserne colpite anche le persone sottoposte a forte stress e i neonati la cui mamma ha contratto la varicella negli ultimi mesi di gravidanza.
Cos’è lo sfogo di Sant’Antonio
L’herpes zoster, comunemente chiamato sfogo di Sant’Antonio, o fuoco di Sant’Antonio, deriva il suo nome dal fatto che in passato era invocato il nome del Santo. Secondo le tradizioni popolari, infatti, Sant’Antonio Abate riusciva a curare la malattia grazie alla capacità di compiere miracoli o di lenire le sofferenze dei malati.
Solo successivamente, nel 1965, gli studiosi del tempo compresero che esisteva una relazione tra questo sfogo e la varicella.
Cause dell’Herpes Zoster
Il Virus Varicella-Zoster (VZV) è quell’agente patogeno responsabile della varicella che colpisce i bambini. Con le cure, il virus viene eliminato parzialmente; quella parte che rimane nel corpo, si attacca alle cellule nervose vicino al midollo spinale alla base del cranio.
Dopo anni, però, il virus si può riattivare è causa lo sfogo di Sant’Antonio. Compito del sistema immunitario è sconfiggerlo nuovamente; tuttavia, ci sono casi, in cui questo non accade e si sviluppa l’infezione con la sintomatologia tipica.
Sintomi principali dello sfogo di Sant’Antonio
Prima della manifestazione effettiva del fuoco di Sant’Antonio, con l’eruzione cutanea, il paziente può lamentare malessere generale, mal di testa, febbre e bruciore localizzato. Le vescicole, invece, compaiono solitamente dopo 1 giorno o anche fino a 3 settimane della comparsa dei sintomi elencati.
Le vescicole possono essere piene di pus o di sangue e si romperanno per formare le crosticine dopo circa 15 giorni. A loro volta, queste crosticine cadranno e si formerà la nuova pelle. Così come la varicella, anche questa forma di herpes diventa contagiosa solo quando le vescicole si trasformano in crosticine. L’infezione si risolve dopo circa 4 settimane ma alcuni sintomi potrebbero prolungarsi ancora per qualche mese. Le aree più colpite sono un lato della zona addominale e il torace; tuttavia, può anche manifestarsi sul viso e gli occhi.
La diagnosi non è immediata poiché i sintomi precedenti alla formazione delle vescicole sono comuni ad altre patologie. Solitamente, il medico, dopo aver valutato il caso e eseguito una visita accurata, potrà richiedere al paziente degli esami specifici.
Lo sfogo di Sant’Antonio può determinare anche complicazioni importanti. In particolare, danni neurologici, ma anche alla vista e all’udito. Questo significa, che il virus può colpire la cornea e determinare cecità o il nervo dell’orecchio e causare problemi di equilibrio e raramente sordità.
Come curare lo sfogo di Sant’Antonio
Come nel caso della varicella, anche con l’Herpes Zoster, l’infezione e la sintomatologia specifica si risolve spontaneamente con il tempo. Tutte i rimedi hanno esclusivamente la funzione di permettere al paziente di tollerare i sintomi.
Solo quando il dolore, il prurito e gli altri sintomi sono particolarmente fastidiosi o debilitanti, il medico potrà prescrivere alcuni farmaci. In questi casi, infatti, si può fare uso di antivirali, analgesici, antidolorifici e antinfiammatori. Esistono inoltre delle creme e gel specifici, a base di erbe e piante medicinali, adatti a ridurre il dolore e lenire il fastidio.
Rimedi naturali
Inoltre, tra i rimedi della nonna, per ridurre il prurito si può applicare sulla zona colpita dal rash cutaneo un impacco di acqua fredda o del talco mentolato.
Gradevole, per chi è colpito dallo sfogo di Sant’Antonio sono le docce e i bagni rinfrescanti con farina d’avena e amido di mais. Con le stesse farine, o con il bicarbonato di sodio, si possono anche preparare egli impacchi.
Per rilassarsi e calmare il dolore, inoltre, si può fare affidamento su alcune piante medicinali come la melatonina, l’echinacea e alcuni oli essenziali.