Il virus responsabile della varicella colpisce solitamente i bambini in età pediatrica ma non è raro contrarla anche in età adulta. I rischi per quest’ultimo possono essere anche molto gravi. Ma cosa accade se si contrae la varicella in gravidanza? Quali sono i rischi? Come bisogna comportarsi? Esistono cure? Queste sono alcune delle domande che le future mamme si pongono.
In linea generale, se il virus è stato contratto prima della gravidanza non ci sono rischi per il feto; al contrario. Se il virus si sviluppa nelle settimane di gestazione può mettere a rischio la vita del bimbo che si porta in grembo.
Approfondiamo l’argomento per fare chiarezza, sottolineando che è importante rivolgersi al medico per qualsiasi evenienza o domande.
Varicella in gravidanza: i rischi per il bambino
Avere contratto la varicella prima della gravidanza permette alla gestante di stare tranquilla perché la mamma trasmette i suoi anticorpi al feto attraverso la placenta e il latte materno.
Se la futura mamma contrae il virus nel primo e secondo trimestre di gravidanza, i rischi per il feto sono molto bassi; raramente il virus in questa fase determina malformazioni di lieve entità. Queste possono essere verificate sottoponendo la futura mamma ad un’ecografia morfologica di II livello.
Quando sono riscontrate malformazioni, si parla di sindrome da varicella congenita. Il bambino può nascere sottopeso, presentare cicatrici sulla pelle e problemi di carattere fisiatrico, fisico, neurologico e visivo. C’è la possibilità che il bambino contragga l’herpes zoster.
La varicella in gravidanza contratta nelle ultime settimane, invece, è molto rischiosa. Il virus può infatti essere trasmesso al bambino durante il passaggio nel canale vaginale. Il bambino, quindi, potrebbe contrarre la varicella appena nato e determinare il suo decesso. In alcuni casi, può determinare anche un aborto spontaneo.
Se il virus viene contratto nel periodo di incubazione, dai 5 giorni precedenti alla nascita ai 2 giorni successivi, viene diagnosticata la varicella neonatale. In questo caso, poiché il bambino non ha ricevuto gli anticorpi necessari, verranno iniettati al bambino le immunoglobine necessarie per sconfiggere il virus.
Rischi per la madre
Nonostante sia raro, anche la mamma corre dei rischi. Il motivo è che durante la gravidanza, il sistema immunitario della mamma si indebolisce. Le complicazioni possibili sono l’encefalite, la polmonite e problemi arteriosi e vascolari.
Varicella in gravidanza: cosa fare e come comportarsi
Come anticipato, la varicella in gravidanza può essere rischiosa soprattutto se viene contratta negli ultimi giorni prima del parto. In questi casi, è importante prevenire la trasmissione del virus da mamma a feto. Per questo motivo, è opportuno ricoverare la donna in ospedale per posticipare il parto. Durante il ricovero la mamma verrà sottoposta alla terapia farmacologica antivirale necessaria per sviluppare gli anticorpi. Se non si è fatto in tempo, si sottoporrà a terapia antivirale anche il neonato.
Se invece la donna non ha contratto la varicella prima di rimanere incinta, deve evitare il contagio ed evitare che il virus sia trasmesso al feto. Bisogna comunicare eventuali rischi al proprio ginecolo.
Le donne che, invece, hanno sviluppato l’immunità non corrono alcun rischio.
È comunque necessario tenere sotto monitoraggio medico la gestante ed eseguire un’ecografia per accertarsi dello stato del feto.
La prevenzione contro la varicella consiste nella vaccinazione che dovrebbe somministrata in età fertile prima della gravidanza.
Rimedi naturali
Contratta la varicella in gravidanza, è importante che la futura mamma rinforzi e alzi le sue difese immunitarie. Per questo motivo è importante seguire un’alimentazione sana ricca di vitamine e minerali, presenti in frutta e verdura. Tra questi, sono da preferire kiwi, arance, broccoli, cavoli e spinaci.
Come per i bambini, per alleviare il prurito provocato dagli esantemi, si possono fare dei bagni curativi a base di amido di riso o farina d’avena. Fate sciogliere 250 grammi di amido di riso o farina d’avena in 2 litri d’acqua e portate ad ebollizione la soluzione per 15 minuti. Versate il liquido nell’acqua tiepida della vasca per un bagno.
Un altro rimedio, molto antico, è applicare senza strofinare del talco alla calendula sulla zona in cui si sono formati i rash cutanei. Sebbene il talco mentolato sia rinfrescante, non è consigliato perché rallenta la guarigione.
Per pulire le vescicole, si può utilizzare una soluzione a base di bicarbonato di sodio. Dopo aver sciolto un cucchiaio di bicarbonato con dell’acqua, fate delle spugnature con la soluzione utilizzando un panno morbido di cotone.