Delitto Monreale, Mattias Conti non regge e ammette tutto (1 / 2)

Delitto Monreale, Mattias Conti non regge e ammette tutto

A poco più di un mese dalla notte del 26 aprile, Monreale fatica ancora a riprendersi. In quella che doveva essere una serata come tante, tre giovani hanno perso la vita in una triste episodio che ha sconvolto l’intera comunità siciliana. A perdere la vita 3 giovanissimi: Massimo Pirozzo, 26 anni, Salvatore Turdo, 23, e Andrea Miceli.

Una rissa tra ragazzi del posto degenerata rapidamente in modo irreversibile. Secondo quanto ricostruito dagli inquirenti, lo scontro sarebbe divampato tra bande rivali, coinvolgendo un commando di 8-10 giovani provenienti dal quartiere Zen del capoluogo siciliano. In un primo momento è stato fermato un ragazzo di 19 anni, Salvatore Calvaruso, ma le indagini non si sono fermate lì.

A finire in manette anche Mattias Conti, su cui pende la misura cautelare più restrittiva: ora si trova recluso nel penitenziario Pagliarelli di Palermo. Contro di lui, un’immagine sfocata catturata dalle telecamere di sorveglianza: un giovane in fuga, un oggetto tra le mani. Un dettaglio tanto ambiguo quanto cruciale.

Da un lato, gli investigatori ritengono di avere elementi sufficienti per sostenere l’accusa. Quel fotogramma potrebbe essere la chiave di volta dell’intera inchiesta. Nel frattempo, il caso ha acceso un acceso dibattito nell’opinione pubblica e tra i famigliari di chi ha perso la vita, i quali chiedono giustizia e che sia ricostruita la verità.

C’è chi vede nell’immagine la prova definitiva della colpevolezza, e chi invece invoca prudenza e il principio di presunzione d’innocenza.  O rivelarsi, invece, solo un’illusione ottica. Il diretto interessato, Mattia Conti, ha deciso di confessare tutto e gridare a gran voce la sua verità. “Non è come sembra…”: Ecco tutti i dettagli nella pagina successiva.