Delitto Monreale, Mattias Conti non regge e ammette tutto (2 / 2)

Non era un’arma, era una bottiglia di Ceres.” Con questa dichiarazione, Mattias Conti ha cercato di ribattere alle accuse durante l’udienza al tribunale del Riesame. Tuttavia, i giudici hanno confermato la misura cautelare, lasciandolo nel penitenziario a Pagliarelli insieme agli altri due indagati, Salvatore Calvaruso e Samuel Acquisto, per la strage avvenuta a Monreale la notte del 27 aprile.

Uno dei elementi centrali dell’inchiesta è un fotogramma estratto dalle telecamere di sicurezza di via D’Acquisto. Nella ripresa, Conti appare mentre corre sul marciapiede con in mano un oggetto che, secondo gli investigatori, sarebbe una delle due pistole utilizzate: una Beretta 9×21 e una Colt, ancora non ritrovate.

L’imputato, però, sostiene che si tratti di una semplice bottiglia di birra. “Quello che vedono è una Ceres…“, ha ripetuto durante l’udienza, senza però rispondere ad altre domande. Nonostante le sue difese, il collegio giudicante ha ritenuto sufficienti gli elementi per confermare la custodia cautelare.

Le indagini, coordinate dalla procura, continuano a puntare sull’ipotesi che Conti e gli altri due giovani abbiano partecipato allo scontro, anche se le armi non sono ancora state recuperate. Intanto, a Pagliarelli, i tre attendono il prosieguo delle indagini. La difesa di Conti annuncia ricorso, insistendo sull’assenza di prove concrete.

Ma per ora, la giustizia ritiene che il pericolo di fuga e l’esigenza di evitare possibili influenze sulle testimonianze giustifichino la detenzione. Prossima udienza fissata tra un mese, quando nuovi elementi potrebbero fare luce su una delle storie più tristi che hanno scosso Monreale.