Nei palazzi residenziali il ritmo della vita è scandito da routine, quiete e da una comunità solitamente silenziosa che vive la propria vita. Giorno dopo giorno, le esistenze scorrono parallele, separate da pochi centimetri di cemento armato. All’interno di un condominio come tanti, tuttavia, per lungo tempo una questione si è fatta sempre più pressante.
Non era un rumore improvviso, né un bisticcio tra vicini a turbare la tranquillità. Era l’assenza di risposte alle richieste formali, un vuoto crescente nei conti comuni, un buco nero che si allargava senza che nessuno riuscisse a colmarlo. Parliamo di mancati pagamenti per le spese condominiali che, nel tempo, avevano raggiunto cifred davvero importanti.
Una situazione finanziaria così grave e prolungata ha quindi costretto l’amministrazione a muoversi in modo decisivo e drastico, superando la soglia della tolleranza. Dunque ha fissato un’ultima, necessaria ispezione, un tentativo ufficiale di chiarire un’anomalia ormai insostenibile.
Quando le forze dell’ordine hanno varcato la soglia dell’appartamento della proprietaria, una donna di 90 anni, ogni ipotesi logica si è dissolta in un solo, agghiacciante momento.
L’aria non era semplicemente quella di un luogo abbandonato. In quell’abitazione, il tempo si era fermato in un modo che andava oltre il debito. La chiave per comprendere l’assurdo di quella cifra mancante era lì, visibile, in uno stato di totale e inattesa conservazione. Qualcosa come vedremo di davvero impressionante e nello stesso tempo gravissimo.