Il basilico ha un profumo che richiama l’atmosfera e le tradizioni del Mediterraneo, con un posto d’onore in cucina: non può essere altrimenti, dato che il termine, di origine greca, ha la radice in comune con la parola “basileus” (βασιλεύς), solitamente tradotta in italiano come “re”.
Questa pianta aromatica, il cui nome scientifico è Ocimum Basilicum, appartiene alla famiglia delle Lamiaceae e conta oltre 150 varietà. Tuttavia, non molti sono a conoscenza della sua efficacia fitoterapica: proseguendo nella lettura, si scopriranno tutte le peculiarità ed alcuni utili consigli per la sua conservazione e la coltivazione nel proprio giardino.
Basilico: le proprietà racchiuse in ogni foglia
Le foglie di basilico contengono estragolo, una sostanza presente anche nel finocchio che contrasta le difficoltà digestive ed il gonfiore addominale; di conseguenza contribuisce alla diminuzione del girovita. In seguito ad un pranzo abbondante, basta versare 150ml di acqua portata a bollore in una tazza con 5-6 foglie di basilico di media grandezza, avendo cura di coprirla con un piattino per evitare la dispersione dei principi attivi, altamente volatili; dopodiché filtrarla entro dieci minuti e berla a piccoli sorsi.
Possiede anche uno spiccato effetto miorilassante, poiché allenta crampi ed emicranie dovuti agli stati di tensione emotiva. In tal caso, viene in aiuto l’aromaterapia: poche gocce di essenza in un diffusore riescono ad agire sulla sfera psichica, offrendo sollievo dall’ansia e dalla stanchezza che precedono o seguono un impegno importante.
Ma l’efficacia dell’estratto, ottenuto per distillazione in corrente di vapore, si estende perfino al trattamento dei dolori articolari. Con due-tre gocce diluite in un cucchiaio di olio vettore (quello d’oliva o di mandorle vanno benissimo, mentre è da evitare l’uso in purezza sulla pelle, in quanto irritante), si ottiene la propria lozione da frizionare sulle parti interessate. Abbinato a spezie riscaldanti come la cannella, i chiodi di garofano ed il pepe nero, il basilico vanta proprietà espettoranti e mucolitiche, pertanto è indicato anche come coadiuvante nel trattamento di tosse e raffreddore; in questo caso, la forma migliore per assumerlo è il decotto.
Metodi di conservazione del basilico
È opportuno fare una premessa: il basilico in foglie va raccolto staccando la parte superiore del rametto con l’aiuto delle mani, al fine di evitare l’ossidazione a cui andrebbe incontro da un contatto diretto con le lame. Un altro errore comune riguarda il risciacquo, per il quale il getto dell’acqua corrente non è la soluzione ideale: si immergono le foglioline nell’acqua fredda, si fa un breve lavaggio con i polpastrelli e si asciugano delicatamente. A questo punto si prestano al consumo immediato oppure all’utilizzo in un momento successivo, tramite svariati metodi di conservazione.
Uno tra questi è il freezer, un classico che non ha bisogno di presentazioni. L’accortezza che bisogna avere al riguardo è quella di togliere bene l’aria in eccesso prima di chiudere gli involucri: un’ottima soluzione è l’uso dei macchinari per sigillare buste e contenitori sottovuoto. Naturalmente esistono alternative al congelatore, come l’uso di olio o di sale grosso alternato a strati di basilico in vasetti sterilizzati e, successivamente, riposti in frigorifero. La tecnica migliore per avere delle scorte da usare per tutto l’anno rimane, comunque, l’essiccazione, in quanto assicura un’alta concentrazione dei principi attivi: si raccolgono i rametti tra agosto e settembre e si lasciano in un’area ventilata all’aperto, dando la preferenza alle ore meno calde della giornata.
Come coltivare il basilico in casa
Solitamente il basilico si acquista da aprile-maggio fino a gran parte del mese di settembre. Ma cosa fare con le piantine, una volta arrivati a casa? Prima di tutto, bisogna sistemarle in vasi più grandi, scegliendo dei modelli larghi e muniti di fori alla base per garantire il giusto equilibrio tra idratazione e drenaggio; dopodiché si appoggiano sui sottovasi e si sceglie un luogo adatto alla loro crescita. Nonostante l’alto contenuto di clorofilla, si consiglia di evitare l’esposizione diretta ai raggi solari, che comporterebbe un annerimento delle foglie dovuto all’ossidazione: l’ideale è una zona luminosa, ma ombreggiata ed opportunamente ventilata.
Il segreto per mantenere le piantine rigogliose e le foglie di un verde brillante, comunque, sta nella rimozione delle infiorescenze che tendono a crescere in cima. Quest’operazione favorirà la germinazione degli steli ed il riempimento dei vuoti ai lati: basta approfittare dei momenti in cui servono le foglie staccando i rametti nel modo corretto e non ci sarà bisogno di dedicare molto tempo a sessioni di potatura programmata.
Quanto ad innaffiarle, il metodo migliore per il basilico è la nebulizzazione, che consente un’idratazione più diffusa rispetto a quella offerta dal getto d’acqua. La frequenza d’irrigazione raccomandata è di una volta al giorno d’inverno e due-tre nel periodo estivo, preferibilmente al mattino e nel tardo pomeriggio: l’abbassamento delle temperature farà in modo che il fluido rimanga più a lungo a nutrire le radici. Per capire se è arrivato il momento di idratare il terreno, infine, basta fare una verifica con le dita: se rimane asciutto, bisogna provvedere immediatamente.