Mola vescicolare: cos’è, i sintomi e la terapia da seguire

La mola vescicolare è un'anomalia che si può verificare in gravidanza. Le conseguenze sono drammatiche perché comportano l'aborto. La diagnosi viene confermata attraverso l'ecografia e le analisi del sangue e delle urine.

Mola vescicolare: cos’è, i sintomi e la terapia da seguire

Durante la gravidanza, i sintomi che possono preoccupare una futura mamma sono differenti. A volte si tratta di eccessivi e superflui allarmismi che richiedono solo delle rassicurazioni. In altri casi, invece può indicare qualcosa di più serio: patologie, malformazioni, anomalie, tumori. Le conseguenze possono essere anche drammatiche. La mola vescicolare, o mola idatiforme, mola idatidea o mola idatidosa, per esempio, è un tumore benigno dell’utero causato da un’anomalia nello sviluppo di un uovo e della placenta. Questa si sviluppa quando un ovulo sprovvisto di nucleo viene fecondato da uno o più spermatozoi. Le conseguenze possono essere differenti e porteranno nella maggior parte dei casi all’aborto.

I sintomi di una gravidanza molare sono differenti ma la diagnosi può essere confermata solo da specifici test, tra cui il controllo dei valori beta-HCG.

Vediamo dunque di cosa si tratta, come si manifesta, come si esegue la diagnosi e cosa accadrà dopo l’esito positivo dell’indagine medica.

La mola vescicolare viene diagnosticata anche con le analisi del sangue e delle urine

Le analisi del sangue e delle urine sono in grado di diagnosticare la mola vescicolare

Cos’è la mola vescicolare

La mola vescicolare è un’anomalia gravidica in cui un ovulo morto si impianta nell’utero. La placenta si rigonfia per effetto del liquido ed assume una forma simile a quella di un grappolo d’uva con centinaia di vescicole. Il termine “mola” si riferisce per l’appunto alla crescita di tessuto.

L’anomalia policistica si sviluppa, solitamente, verso la fine del secondo mese di gravidanza. In particolare, i villi coriali, la parte embrionale della placenta, non sono in grado fornire all’organismo ciò di cui ha bisogno per mantenere in vita il feto.

Da un punto di vista genetico, Il DNA è alterato e il tessuto che nutre l’embrione, il trofoblasto, risulta malformato.

Le probabilità di portare a compimento la gravidanza sono molto basse.

Tipologie di mola idatiforme

Le gravidanze con mola vescicolare possono essere di due tipi.

Si parla di mola completa quando dopo, nonostante la fecondazione degli spermatozoi, manca del tutto il feto ed i villi coriali, sono pieni di liquido. In questi casi, le probabilità che si formi un tumore sono più elevate (coriocarcinoma). È invece parziale quando, oltre ai villi coriali, è presente un feto che risulta malformato e privo di vita.

La sintomatologia è uguale a quella della gravidanza normale

I sintomi sono simili a quelli di una gravidanza normale

Sintomi della mola vescicolare

I sintomi di una gravidanza molare sono uguali a quelli di una comune gravidanza allo stato iniziale. Successivamente, però, si verificano delle perdite di sangue di diversa intensità o consistenza. A volte sono di color rosso vivo, altre volte si presentano scure e con coaguli di sangue (metrorragia).

Le perdite ematiche solitamente non sono dolorose ma contribuiscono a generare un malessere generale nella donna.

Come viene eseguita la diagnosi

La diagnosi viene confermata dopo aver sopposto la gestante a un’ecografia e alle analisi del sangue.

L’ecografia, in caso di mola vescicolare, evidenzierà un utero ingrossato e molle, delle ovaie voluminose, la presenza di cisti luteiniche. Inoltre, l’esame confermerà la mancanza di un feto, di un battito cardiaco.

Con le analisi del sangue, invece, verranno verificati i livelli del valore Beta-HCG, mentre quelle delle urine il livello della gonadotropina corionica. La conferma dell’anomalia viene evidenziata dai livelli elevati di questi valori.

L'ecografia è in grado di confermare la presenza di mola vescicolare

La mola vescicolare è confermata dall’ecografia

Terapia della mola vescicolare

Confermata la diagnosi è importante sottoporre, al più presto possibile, la paziente allo svuotamento dell’utero. L’intervento viene eseguito in anestesia spinale. La paziente viene monitorata continuamente durante l’operazione e non presenta alcun rischio per gli organi principali, tra cui cuore e polmoni. L’intervento è sicuro anche per le donne che soffrono di patologie endocrinologiche, come il tiroidismo.

Il trattamento deve essere eseguito con molta attenzione. La ragione è che possono rimanere tracce della mola vescicolare che continuano a riprodursi. Come conseguenza, si può generare la gonadotropina corionica o ormone HCG. Altra conseguenza è la formazione di un coriocarcinoma che comporterà la produzione continua dell’ormone Beta-hCG.

La complicazione più temuta è la formazione di un tumore estremamente maligno: il corion-epitelioma. In questi casi, bisognerà sottoporre la paziente alla radioterapia o alla chemioterapia.

Una volta espulsa completamente la mola, le perdite ematiche cesseranno in un paio di settimane e i valori del sangue e delle urine troneranno alla normalità.

Per accertarsi che la mola vescicolare abbia smesso di riprodursi, bisogna ripetere gli esami diagnostici per almeno due anni. È consigliabile, finché non si ha la certezza di essere completamente guarite, evitare di programmare una gravidanza.

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