Una volta avvenuto il concepimento, il corpo di una donna inizia a produrre un ormone noto come beta-hcg, in altre parole la Gonadotropina Corionica Umana.
Per diagnosticare una gravidanza, dunque, oltre al test di gravidanza che ogni donna può acquistare in farmacia, è possibile conoscere e verificare il valore di questo ormone attraverso le analisi del sangue, beta hCG plasmatica, o delle urine, beta hCG urinaria.
Questi valori, in seguito al concepimento, aumentano quotidianamente fino al terzo mese di gestazione per poi stabilizzarsi fino al parto. Il beta-hcg produce il trofoblasto, un tessuto che, con l’avanzamento della gravidanza, si trasformerà in placenta per supportare il corpo luteo e quindi la produzione di progesterone durante tutto il primo trimestre.
Nei mesi successivi la placenta produrrà gli ormoni steroidei, che faranno di conseguenza diminuire la concentrazione dell’ormone beta hcg fino a quando si stabilizzerà; questo avviene solitamente intorno alla ventesima settimana.
Non è necessario effettuare il test periodicamente, e non è neanche obbligatorio, poiché la sua funzione principale è confermare lo stato di gravidanza ed individuare, eventualmente, le gravidanze extrauterine in fase iniziale. Per capire come stanno andando effettivamente le cose, sia nel bene che nel male, è più utile effettuare una visita specialistica ed eseguire un’ecografia, all’incirca dopo due settimane dalla positività del test.
Esame Beta-hcg: quando farlo
In condizioni normali, l’ormone nei bambini varia da 50 mlU/ml alla nascita fino a raggiungere 1.4 mlU/ml dai 3 mesi ai 18 anni; nelle bambine è uguale o inferiore a 50 mlU/ml dalla nascita fino ai 3 mesi, mentre è inferiore a 1.0 mlU/ml dai 3 mesi ai 18 anni. Negli adulti, invece, negli uomini è inferiore a 1.4 mlU/ml; nelle donne in età fertile è inferiore a 1.0 mIU/ml mentre in quelle in menopausa è inferiore a 7.0 mIU/ml.
La concentrazione dell’ormone beta-hcg varia, specialmente all’inizio di una gravidanza, nel sangue e nelle urine. Nel sangue, infatti, il valore dell’ormone è più attendibile perché sul sangue non influiscono fattori esterni; nelle urine, invece, il valore può essere sfalsato in base al momento della giornata, all’attività urinaria e alla quantità di liquidi assunti che diluiscono le urine.
Il momento più indicato per verificare il valore dell’ormone della gravidanza attraverso le analisi del sangue è dopo la mancanza del ciclo mestruale, quindi dopo 28 giorni, per evitare falsi negativi. Se si sceglie, invece, di verificare il dosaggio nelle urine è consigliabile attendere qualche giorno in più ed effettuare il test la mattina con la prima urina che è più concentrata.
Dopo avere avuto la certezza della gravidanza, bisognerà comunicare questi primi risultati (valori “beta”) anche al ginecologo. Successivamente, come anche indicato dalle linee guida del Ministero della Salute, si procederà con un’ecografia per confermare la gravidanza, datarla, stabilire se è una gravidanza singola o gemellare e se tutto procede bene.
In alcuni casi, per esempio, quando dall’ecografia non si vede l’embrione, il ginecologo richiede alla paziente di effettuare nuovamente l’esame.
I valori beta-hcg nelle settimane di gravidanza
La produzione dell’ormone beta hcg aumenta fino alla fine del terzo mese di gestazione, per poi stabilizzarsi fino al parto. La sua concentrazione nel sangue può essere misurata già 7-10 giorni dopo il concepimento, ma per avere certezza dell’esito è sempre meglio attendere qualche giorno in più.
Quando il valore del beta-hcg è inferiore a 10 UI/l si esclude la gravidanza; al contrario se il valore è superiore a 10 UI/l indica che è in corso una gravidanza allo stato iniziale che solo il tempo confermerà con certezza. Infatti, se a distanza di pochi giorni dall’ultimo prelievo i valori raddoppiano, vuol dire che tutto procede bene.
Quando le analisi sono positive, l’andamento del Beta-hCg raddoppia ogni 2 giorni per valori fino a 1200 UI; raddoppia ogni 3 giorni per valori da 1200 UI a 6000 UI; raddoppia ogni 4 giorni per valori superiori a 6000 UI. Dopo 4 settimane di gestazione questo valore dovrebbe avere raggiunto 2160 e 82640.
Quando questi valori aumentano in maniera elevata, o sono troppo alti, potrebbe trattarsi di una gravidanza gemellare o multipla, di un errore di calcolo di concepimento o di una gravidanza molare, detta anche mola idatiforme o mola vescicolare, in cui sebbene sia avvenuta la fecondazione l’embrione del bambino non si è sviluppato e si originano delle vescicole a grappolo che fanno aumentare notevolmente i valori dell’ormone. In questi casi, è importante, ricontrollare il valore entro 48 – 72 ore.
Valori Beta-hcg bassi: cosa significa?
Quando i valori del beta-hCg scendono o sono troppo bassi, può indicare che si è verificato un errore nel calcolo di concepimento, un’ovulazione avvenuta in ritardo a causa del ciclo mestruale irregolare o più lungo, un aborto spontaneo o volontario, in caso di gravidanza extrauterina o ectopica. È bene, quando siamo di fronte a questi eventi, controllare l’andamento del valore e, nel caso di evidenti sbalzi o irregolarità, contattare il ginecologo. In questi casi, dopo aver conosciuto l’esito del test e il valore, non bisogna però allarmarsi subito.
Se dopo 4 settimane di gestazione il valore è inferiore a 2160 vuol dire che la gravidanza non sta andando bene ma, se il concepimento è avvenuto in ritardo il valore è destinato a crescere.
Un altro caso in cui i valori possono essere bassi è quello della fecondazione assistita (FIVET, ICSI, IUI, etc). In questo caso conosciamo con certezza quando è avvenuto il concepimento ma non possiamo determinare con esattezza quando il corpo accetterà la gravidanza e quindi produrrà l’ormone beta-hCg.
Annotazioni
Al di fuori della gravidanza i valori alti dell’ormone beta-hCg possono indicare la presenza di un carcinoma broncogeno, carcinoma embrionale, coriocarcinoma in gravidanza, melanoma, mola, tumore ai testicoli, tumore alla prostata, tumore al pancreas, tumore al seno.
In alcuni casi si possono verificare i falsi positivi e falsi negativi. Tra le cause più probabili dell’esito dei falsi positivi c’è il contagio del virus della mononucleosi; mentre le cause dei falsi positivi possono includere una concentrazione inferiore della soglia di sensibilità del test utilizzato, un errore di calcolo o un ritardo delle mestruazioni, un’ovulazione ritardata, un precedente aborto spontaneo o l’interruzione della pillola anticoncezionale.