Sono ore di grande cordoglio in Italia per il caso del 14enne Paolo Mendico. Residente a Santi Cosma e Damiano, in provincia di Latina, si è tolto la vita l’11 settembre 2025, un giorno prima dell’inizio del nuovo anno scolastico.
Secondo quanto riferito dai genitori, Paolo era vittima di angherie fin dalla quinta elementare. Gli insulti e le umiliazioni lo accompagnavano quotidianamente, anche durante le ore scolastiche. In particolare, una maestra avrebbe incitato gli alunni a partecipare a una “rissa”, dimostrando disinteresse per la sicurezza e il benessere degli studenti.
Nonostante le segnalazioni dei genitori, le misure adottate dalle scuole sembrano essere state insufficienti. La preside dell’istituto Pacinotti di Fondi, frequentato da Paolo, ha dichiarato che dai verbali dei consigli di classe non è emersa alcuna criticità. Tuttavia, il padre del ragazzo ha affermato che le istituzioni scolastiche non hanno preso provvedimenti adeguati.
La Procura di Cassino ha aperto un fascicolo, mentre il Ministro dell’Istruzione Giuseppe Valditara ha ordinato due ispezioni nelle scuole che Paolo ha frequentato. Il ministro ha sottolineato l’importanza di affrontare con determinazione un tema tornato oggi all’ordine del giorno, auspicando una risposta educativa condivisa.
In queste ore segnate dal dolore per la prematura scomparsa del figlio Paolo, il padre ha deciso di rompere il silenzio, lanciando accuse molto gravi. Nel suo sfogo, ha indicato come responsabili le maestre, puntando il dito contro di loro. “Anche le maestre…”: ecco tutti i dettagli nella pagina successiva.
Una bara bianca e, sopra, una fotografia che lo ritrae mentre suona il basso, uno...