Massimo Bossetti, muratore di Mapello, in provincia di Bergamo, è stato condannato in via definitiva all’ergastolo per il delitto di Yara Gambirasio, la tredicenne scomparsa il 26 novembre 2010 a Brembate di Sopra e ritrovata senza vita tre mesi dopo in un campo a Chignolo d’Isola.
La sua figura è divenuta tristemente nota in tutta Italia dopo l’arresto, avvenuto nel giugno del 2014, al termine di una lunga e complessa indagine basata principalmente su prove genetiche. Elemento centrale del caso è stato il profilo genetico denominato “Ignoto 1”, isolato sugli indumenti della povera Yara e comparato con il DNA di migliaia di uomini della zona.
Dopo anni di accertamenti, si arrivò a Bossetti attraverso una complessa ricostruzione genetica che coinvolse anche la scoperta che l’uomo era figlio illegittimo di un autista, Giuseppe Guerinoni. Il confronto tra il DNA nucleare di “Ignoto 1” e quello di Bossetti fu ritenuto compatibile, pur in presenza di polemiche sull’assenza del DNA mitocondriale.
Il caso Bossetti ha avuto un fortissimo impatto mediatico, diventando uno dei casi di cronaca nera più seguiti in Italia negli ultimi anni. Dal penitenziario, il colpevole continua a dichiararsi innocente, scrivendo lettere e memorie in cui si proclama vittima di un errore giudiziario.
In questi giorni si è tornati a parlare con prepotenza del caso di Brembate per via di una clamorosa intervista rilasciata da Bossetti a Belve Crime. Il muratore di Mapello ha rotto il silenzio con dichiarazioni scottanti, che hanno suscitato la reazione del papà di Yara. Scopriamo tutti i dettagli nella pagina successiva.