In un tranquillo pomeriggio di giugno, la vita ordinaria di una famiglia come tante si è interrotta bruscamente sulle colline di Cene, piccolo centro in provincia di Bergamo. Una casa abitata da genitori amorevoli, un quartiere dove tutti si conoscono e si salutano.
Ma dietro le mura di quella casa, qualcosa si era spezzato da tempo, in silenzio. Quel giovedì, poco dopo le 17, due forti boati hanno rotto l’equilibrio apparente, lasciando un vuoto che nessuno avrebbe potuto immaginare.
I protagonisti della vicenda erano noti in paese, stimati, e soprattutto uniti: almeno all’apparenza. Un negozio di famiglia, due figli da crescere, i problemi economici affrontati con dignità. Una storia che si direbbe normale, forse addirittura esemplare. Ma come spesso accade, le tensioni più profonde non si vedono, si insinuano tra le pieghe del quotidiano e alla fine sfociano nel peggiore dei modi.
Le forze dell’ordine sono intervenute immediatamente sul posto, e i primi rilievi hanno consentito di avviare le indagini su quanto accaduto. Ma ciò che emerge va oltre la dinamica dei fatti: si tratta di un grave episodio che obbliga a riflettere sul disagio, sulla solitudine, e sul peso delle difficoltà familiari.
Due spari hanno segnato un prima e un dopo, spezzando una famiglia e lasciando due giovani vite improvvisamente sole. Dopo aver freddato la moglie ha scritto ad un amico dicendogli… Scopriamo tutti i dettagli nella pagina successiva.