Sono ore di grande cordoglio in Italia per la triste vicenda della piccola Agnese, la bimba di appena 14 mesi deceduta per asfissia nell’auto del papà. Doveva accompagnarla all’asilo per poi recarsi al lavoro, ma a causa di una incredibile dimenticanza, Sirio Chinellato si è recato direttamente sul posto di lavoro, dimenticandosi della piccola nel sedile posteriore dell’auto.
Dopo 5 interminabili ore nel caldo asfissiante dell’automobile, lasciata sotto il sole cocente, la piccola ha smesso di respirare. Quando alcuni dipendenti dell’azienda hanno lanciato l’allarme era ormai troppo tardi. I soccorsi hanno cercato di fare il possibile per rianimare la bambina, giunta all’ospedale di Mestre ormai senza vita.
Il caldo di questi giorni non ha lasciato scampo alla piccola Agnese, troppo piccola per far fronte alle lamiere divenute incandescenti dell’automobile. I famigliari della piccola sono comprensibilmente scioccati, tanto che per loro si è richiesto l’intervento del supporto psicologico.
Il padre della bambina è stato raggiunto in queste ore dal provvedimento dell’autorità giudiziaria, che lo ha informato di essere indagato per omicidio colposo. Oggetto delle indagini sarà certamente la presenza del dispositivo anti abbandono, obbligatorio per i bambini di età inferiore ai 4 anni.
Al vaglio degli inquirenti anche la corretta dinamica dei fatti. La piccola Agnese è stata davvero chiusa per 5 ore in auto? E’ questa la domanda che si pongono e che merita una risposta esaustiva. Emergono importanti novità in tal senso: scopriamo tutti i dettagli nella pagina successiva.