L’intolleranza al lattosio si verifica quando viene a mancare la lattasi, ovvero l’enzima in grado di scindere il lattosio, in glucosio e galattosio. Questo tipo di intolleranza è sempre più frequente, tanto che il mercato di riferimento, ha introdotto e messo in vendita, latte e latticini, senza lattosio.
Quando non viene digerito correttamente il lattosio rimane nell’intestino dove fermenta attaccandosi alla flora batterica. Come conseguenza, si manifestano dei sintomi, più o meno fastidiosi. L’entità del disturbo varia da individuo a individuo, in base alla capacità di digestione e alla tollerabilità.
Per diagnosticare l’intolleranza, al fine di escludere altre patologie che determinano la stessa sintomatologia è possibile richiedere di eseguire un test: il breath test all’idrogeno.
Quando viene accertata l’intolleranza, ci si rende conto realmente, quanti cibi contengono il lattosio e bisogna eliminare dalla dieta. Questa operazione, tuttavia, non è molto semplice, perché questo è un elemento presente in molti cibi, alcuni davvero insospettabili.
I sintomi da intolleranza al lattosio
La sintomatologia in questi casi è molto fuorviante perché riconducibile anche a patologie più o meno complesse. Gli stessi medici possono avere difficoltà nell’associare i sintomi alla causa reale.
I sintomi dovuti all’intolleranza al lattosio compaiono solitamente dopo pochi minuti dall’assunzione dell’alimento e fino a 2 ore dopo l’ingestione.
I sintomi più frequenti sono la diarrea, il gonfiore e la tensione addominale, il senso di pesantezza e di sazietà, la flatulenza, il meteorismo, i crampi addominali, la nausea e il vomito.
Sintomi meno comuni dell’intolleranza sono il mal di testa, l’irritabilità, l’affaticamento, la tachicardia, l’asma, la presenza di dolori muscolari ed articolari e le allergie (rinite). Questi sintomi rari si manifestano quando le tossine vengono assorbite dall’intestino ed entrano in circolazione, come i nutrienti. Come conseguenza, raggiungono i muscoli e i tessuti nervosi.
Tipi di intolleranza
Esistono tre diverse tipologie di intolleranza al lattosio. L’intolleranza primaria si manifesta, specialmente nei neonati e durante la crescita, quando normalmente si dovrebbe produrre molta lattasi. Con l’intolleranza, la produzione di lattasi si riduce bruscamente e quindi diminuisce la capacità digestiva dell’elemento.
Quella secondaria, invece, è conseguenza di una malattia, di un infortunio o di interventi chirurgici. Alcuni esempio sono la celiachia, la sindrome da proliferazione batterica (SIBO) e la malattia di Crohn; quella Congenita, invece, è rara, e si manifesta quando l’organismo dei bambini non produce lattasi.
Intolleranza al lattosio: cosa mangiare
Oggi in commercio ci sono degli alimenti che sono stati prodotti proprio per tutte quelle persone che soffrono di questa intolleranza. Questo riduce la rinuncia di alcuni cibi che si apprezzano particolarmente e permettono di garantire la possibilità di assumere la quantità di calcio e di vitamine necessarie all’organismo.
Cerchiamo, però, di capire quali sono gli alimenti che si possono mangiare con sicurezza, oltre a quelli che sono specificatamente “senza lattosio”. Tra questi troviamo i broccoli, alcuni tipi di pane, i formaggi stagionati (parmigiano, brie, stracchino, taleggio, fontina, provolone), i succhi di frutta, il salmone, i fagioli, il rabarbaro, gli spinaci e le arance.
Non è necessario neanche rinunciare al parmigiano, se si acquista quello ad altissima stagionatura, ovvero sopra i 36 mesi.
Lo yogurt è un alimento che può essere consumato tranquillamente anche da chi è intollerante al lattosio. I probiotici, contenuti al suo interno, infatti aiutano a rinforzare la flora intestinale e aiutano nei processi digestivi.
Le bevande
Per sostituire il latte, possiamo bere, in assenza di allergie o patologie che lo sconsigliano, anche il latte di soia, il latte di riso, il latte di avena, il latte di cocco, il latte di kamut, il latte di mandorla, il latte di farro, il latte di miglio, il latte di quinoa.
I cibi da evitare
Quando si soffre di intolleranza al lattosio, oltre ad escludere alcuni tipi di formaggio (burro, ricotta, fiocchi di latte magro, mozzarella, crescenza, robiola, emmenthal, formaggini) e il latte, bisogna evitare di mangiare il pane al latte, i cracker, il purè di patate, l’uovo, le salse per condimenti, i salumi, i surgelati, la frutta e la verdura in scatola, i cibi in scatola, i cereali, i dadi da cucina, alcuni dolci e gli integratori.
Se si segue una cura farmacologica, bisogna far presente al proprio medico il problema perché il lattosio è presente anche in alcuni farmaci.