Fausto Baldanti ,professore dell’Università di Pavia e direttore della virologia del San Matteo, ha un pensiero ben preciso sul West Nile, ossia sulla febbre del Nilo, dichiarando: “Dobbiamo stare attenti, ma non allarmarci. Il West Nile non è un altro Covid”.
Si è così espresso in quanto non è un virus respiratorio che viene trasmesso attraverso le goccioline e che, tramite l’osservanza di ben precise regole di prevenzione, è possibile evitare di essere punto, quindi il contagio.
Il professor Baldani ha precisato che il West Nile non è una novità, essendo endemico, e che in questa estate i casi si sono peraltro anche ridotti, con l’80% di essi asintomatici e il 20% con febbre, senza sintomi respiratori. Solo l’1% delle persone infette accusa una forma invasiva e potrebbe sviluppare un’encefalite e questo succede solo in anziani e immunodepressi, nelle persone trapiantate, nei pazienti oncologici, in chi viene sottoposto a terapie pesanti.
L’esperto ritiene che, finché l’estate andrà avanti, si dovranno usare repellenti per le zanzare ma ha ridotto l’allarmismo. Ok lo stare attenti ma i virus respiratori sono più pericolosi in quanto da loro non possiamo difenderci, contrariamente alle zanzare, da cui possiamo proteggerci.
Le zanzare sono il principale veicolo di trasmissione , ragion per cui le disinfestazioni sono strumenti importanti, ma anche i cittadini possono fare la loro parte adottando una serie di comportamenti volti a prevenire la puntura, tagliando l’erba, evitando i ristagni d’acqua e disinfestando i giardini con prodotti specifici. Utili sono i repellenti spray e le salviette. La rete di sorveglianza integrata monitora la diffusione del virus negli animali serbatoio come gli uccelli, di solito gazze o corvi, che passano il virus alle zanzare che li pungono e quindi all’uomo.