West Nile, attenzione: "Ecco come riconoscere la zanzara" (2 / 2)

L’infezione da virus West Nile, per anni circoscritta principalmente alle regioni del Nord Italia, sta ora mostrando segnali di espansione preoccupanti anche nel Centro e Sud del Paese. Se Lombardia, Veneto, Emilia-Romagna e – in misura minore – il Piemonte erano considerate le zone più colpite, oggi il contagio ha raggiunto anche Lazio, Toscana, Campania, Sardegna e Sicilia.

Un’evoluzione geografica che solleva nuovi interrogativi sul ruolo del cambiamento climatico e sulla necessità di intensificare i monitoraggi. Secondo gli esperti, le temperature più alte stanno modificando il ciclo vitale delle zanzare, prolungandone l’attività e anticipando la stagione di circolazione del virus.

Fino a qualche anno fa iniziavamo il monitoraggio alla fine di maggio – spiega il virologo Fabrizio Pregliasco – oggi partiamo già nei primi giorni del mese, e troviamo i primi insetti infetti già a metà giugno”. La zanzara responsabile della trasmissione, la Culex pipiens, è attiva soprattutto al crepuscolo e durante la notte. Come riconoscerla?

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È difficile da riconoscere a occhio nudo: ha un aspetto marroncino-grigio, ali trasparenti e zampe sottili, ma non emette alcun suono distinguibile. Un’eventuale puntura non è identificabile: non provoca sintomi diversi da quelli di una zanzara comune. Da qui l’invito alla prudenza ma senza allarmismi. Il periodo di incubazione può variare tra i 2 e i 14 giorni, e nella maggior parte dei casi l’infezione decorre in modo asintomatico o con sintomi lievi, simili a quelli influenzali.

Esistono, anche se rarissimi, casi di trasmissione verticale dalla madre al feto. Tuttavia, sottolineano gli specialisti, non ci sono prove di effetti gravi sullo sviluppo del bambino, e non si è mai registrata alcuna correlazione con malformazioni congenite come avviene invece con il virus Zika. Intanto, le autorità sanitarie intensificano la sorveglianza.