"Vietato da 20 anni". Leonardo deceduto a soli 2 anni, la scoperta scioccante degli inquirenti poco fa (2 / 2)

Il dramma di Soci, frazione di Bibbiena (Arezzo), si arricchisce di un dettaglio agghiacciante. Come ormai noto, Leonardo stava giocando nel cortile dell’asilo “Ambarabà Ciccì Cocò” quando il cordino del suo cappuccio si è impigliato in un ramo, strangolandolo.

Le indagini, però, hanno portato alla luce una verità scomoda: la felpa indossata dal bambino violava palesemente le normative europee di sicurezza. Un capo che non avrebbe mai dovuto essere indossato da un bimbo della sua età. Questo particolare ha spinto la Procura di Arezzo a ipotizzare il reato di omicidio colposo, avviando un’inchiesta per scoprire come un indumento pericoloso sia potuto finire addosso a un bambino.

A chiarire la gravità della violazione è l’intervento di Barbara Bertocci, co-fondatrice del marchio Monnalisa, che richiama la norma europea EN 14682. Questo regolamento, in vigore da anni e inasprito nel 2014, vieta espressamente l’uso di lacci o cordini nella zona del collo e del cappuccio per tutti i capi destinati ai bambini da 0 a 7 anni. La versione attuale prescrive che, se presenti, questi elementi non superino i 7 centimetri e non abbiano parti libere.

Leonardo deceduto all’asilo nido, solo ora viene fuori la veritĂ  Leonardo deceduto all’asilo nido, solo ora viene fuori la veritĂ 

L’inchiesta si sta ora concentrando sull’origine di quella felpa. Le piste più probabili portano verso il mercato dell’usato, capi vintage o produzioni irregolari fuori dai canali ufficiali. Un dettaglio che evidenzia una falla critica nel sistema: non basta una produzione primaria in regola, se poi il mercato secondario o informale diventa un veicolo per articoli pericolosi.

L’eventuale esistenza di negligenze nella sorveglianza o nella gestione dei vestiti dei bambini. La verità giudiziaria che emergerà potrebbe imporre non solo condanne, ma anche un nuovo, più rigoroso, capitolo per la sicurezza dei più piccoli.