Sono trascorse poche settimane dalla scomparsa di Ornella Vanoni, una delle voci più iconiche e raffinate della musica italiana. Nata a Milano nel 1934, ha iniziato la sua carriera negli anni Cinquanta, distinguendosi subito per uno stile interpretativo intenso e teatrale, influenzato anche dalla sua formazione al Piccolo Teatro con Giorgio Strehler.
La sua voce inconfondibile e la capacità di dare profondità emotiva ai testi l’hanno resa una figura unica nel panorama musicale. Nel corso della sua lunga carriera, Ornella Vanoni ha saputo attraversare generi e decenni senza mai perdere credibilità artistica. Ha interpretato canzoni diventate immortali come Senza fine, L’appuntamento, La musica è finita e Una ragione di più, collaborando con alcuni dei più grandi autori e musicisti italiani, da Gino Paoli a Luigi Tenco, fino a Vinicius de Moraes e Toquinho.
Ogni sua interpretazione è sempre stata caratterizzata da eleganza, malinconia e grande sensibilità. Oltre alla musica, Ornella Vanoni è amata anche per la sua personalità autentica, ironica e spesso controcorrente. Non ha mai avuto paura di mostrarsi fragile, sincera o provocatoria, conquistando il pubblico anche in televisione e nelle interviste.

Ancora oggi è considerata una vera signora della canzone italiana, simbolo di libertà, classe e coerenza artistica. Non tutti, però, sembrano essere unanimi nel giudizio nei suoi confronti. Proprio in queste ore, un altro grande personaggio della musica italiana, Edoardo Vianello, ha espresso un giudizio molto forte.
Un giudizio tranchant che ha immediatamente acceso il dibattito, dividendo l’opinione pubblica tra chi difende la cantante come icona indiscussa della musica italiana e chi, invece, ritiene legittime le critiche espresse. “Sopravvalutata…”: ecco tutti i dettagli nella seconda pagina.