Isa Barzizza, attrice e interprete della rivista, del cinema e della televisione, si è spenta a 93 anni. Bellezza disarmante, fascino inconfondibile, eccezionale interprete, Isa, figlia del musicista Pippo Barzizza, è stata la spalla del grande Totò. L’annuncio della dipartita è stato dato dal parroco di Palau, in cui l’attrice viveva da ormai diverso tempo, mentre la cerimonia funebre si terrà domani, martedì 30 maggio, presso la chiesa del Redentore.
Classe 1929, sanremese, Isa ha esordito con il teatro di rivista, tra i più in voga nel primo Dopoguerra. Finito il liceo, è stata lanciata nel mondo del teatro da Erminio Macario, debuttando nel 1947 con “Le educande di San Babila”, seguita poi da “Follie” di Amleto del 1947-48. Una donna bellissima ma anche incredibilmente ironica. Proprio per questa sua ultima dote, è diventata una delle protagoniste indiscusse del teatro leggero e musicale di quel periodo. Il suo secondo padrino fu Totò.
A teatro, proprio con il nostro immenso De Curtis, ha interpretato due spettacoli, “C’era una volta il mondo” (1948) e “Bada che ti mangio” (1949). Assieme a Totò, però, è anche approdata nel mondo del cinema, grazie film “I due orfanelli” del 1947. Da allora in poi, con lui ha realizzato 11 film, citati dai principali siti d’informazione, tra cui si ricordano: “Fifa e Arena”, “I pompieri di Viggiù”, “Un turco napoletano”, “Totò a colori” e “Totò cerca pace”.
La Barzizza è sempre stata la spalla dei principali comici italiani, difatti il suo unico ruolo da protagonista lo ha in “Viva la rivista!” del 1953. Non solo ruoli divertenti ma anche la prosa, in teatro, con Shakespeare ne “La dodicesima notte” per la regia di Renato Castellani. Il 3 gennaio 1954, giorno d’inizio dei programmi ufficiali della televisione italiana, la Rai trasmette l’atto unico di Carlo Goldoni “Osteria della posta” nel quale Barzizza è l’attrice protagonista.
Un successo enorme, il suo, ma un addio alla carriera sul set a soli 31 anni, nel 1960, a seguito della dipartita del marito, il regista televisivo Carlo Alberto Chiesa, che ha perso la vita prematuramente in un incidente stradale. Il ritorno in teatro è avvenuto nei primi anni 90, in commedie come “La pulce nell’orecchio” per la regia di Gigi Proietti, o “Arsenico e vecchi merletti”, di Joseph Kesselring, per la regia di Mario Monicelli. Nello stesso periodo torna a lavorare anche al cinema e in televisione. Conduce per Rai3 il rotocalco “Mai dire mai” nel 1989 con Fabio Fazio e Giampiero Mughini e partecipa alle due serie della fiction di Rai 1 “Non lasciamoci più” (1999 e 2001). Nel 2012 , con “Viva l’Italia”, la sua ultima apparizione cinematografica.