Ricorderemo tutti la storia di Pamela Mastropietro. Lei era una splendida 18enne, dall’aspetto minuto, con degli occhi grandi, la frangia, i capelli lisci e castani.
Il 29 gennaio 2018, in men che non si dica, la notizia della sua fuga dalla comunità per tossicodipendenti di Corridonia, in provincia di Macerata, in cui era ospite da mesi, si diffuse molto rapidamente, occupando le prime pagine dei principali quotidiani e siti d’informazione.
L’epilogo è stato a dir poco raccapricciante, dal momento che la speranza di ritrovare Pamela viva, dopo il suo allontanamento dalla comunità, dalla quale si era portata con sé solo due valigie blu e rosso, è stata vanificata dal tragico ritrovamento del suo cadavere.
Pamela è stata ritrovata, fatta a pezzi, divisa in quelle stesse valigie, due giorni dopo che di lei si sono perse le tracce. Il 29 maggio 2019, per il suo omicidio è stato condannato all’ergastolo il 30enne Innocent Oseghale con le accuse di omicidio volontario aggravato della violenza sessuale, vilipendio, distruzione e occultamento di cadavere. Oseghale, dopo averla drogata con eroina e dopo averla violentata, per disfarsi del corpo, l’ha smembrata e gettata via in quei due trolley.
In questo caso di cronaca nera, tra i più efferati degli ultimi tempi , sembra non esserci fine, dal momento che Stefano Mastropietro, padre della povera Pamela, è stato trovato morto. Vediamo cosa è successo nella seconda pagina del nostro articolo.