I Campi Flegrei sono un vasto calderone vulcanico attivo, dove le attività sotterranee possono provocare eventi anche molto intensi. Gli esperti sottolineano che monitorare costantemente l’attività sismica e i segnali di possibile risveglio del vulcano è fondamentale per prevenire catastrofi e gestire l’emergenza in modo tempestivo.
Situati a pochi chilometri da Napoli, in Campania, i Campi Flegrei sono una vasta caldera di origine vulcanica che si estende per circa 120 chilometri quadrati, comprendendo numerose città e paesi, tra cui Pozzuoli, Quarto e parte della stessa Napoli. I Campi Flegrei si sono formati migliaia di anni fa a seguito di potenti eruzioni esplosive che hanno causato il collasso della camera magmatica sottostante, dando origine a una caldera di grandi dimensioni.
L’area è caratterizzata da un’attività vulcanica complessa, con fenomeni quali emissioni di gas, sorgenti termali e fumarole, che testimoniano la presenza di magma attivo a profondità variabili. Una delle aree più note all’interno dei Campi Flegrei è la Solfatara di Pozzuoli, un cratere attivo che emette continuamente gas sulfurei e vapore.
I Campi Flegrei sono noti anche per un fenomeno chiamato bradisismo, ovvero l’innalzamento e l’abbassamento periodico del suolo dovuto al movimento del magma e dei gas nel sottosuolo. Questo fenomeno è stato registrato per secoli ed è ancora oggetto di studio e monitoraggio intensivo da parte degli esperti.
Negli ultimi decenni, il sollevamento del terreno ha suscitato particolare attenzione, perché potrebbe preludere a nuove eruzioni. Lo spauracchio di una calamità naturale catastrofica in tutta l’area è un’incombenza costante. Secondo un noto esperto, ci sono 3 possibili scenari: il terzo è da brividi. Scopriamo tutti i dettagli nella pagina successiva.