In questi giorni, la luce invernale di Nardò non aveva saputo sciogliere l’ansia che pesava sulla città intera. Ore e giorni si erano consumati in un’attesa diventata quasi insopportabile, mentre ogni sforzo si concentrava sulla ricerca di Tatiana Tramacere, la studentessa scomparsa.
La speranza, dopo tanto tempo, era sottile, quasi evanescente, mentre i Carabinieri continuavano a cercare ogni pista possibile. Poi, a segnare la fine di quell’incubo, arriva l’ora della svolta. Le lancette dell’orologio indicavano le 21 di giovedì sera.Dentro l’appartamento, i militari stavano completando l’ultima, minuziosa perquisizione. L’attenzione era concentrata a una camera da letto, apparentemente normale, con un armadio chiuso.Quando l’anta è stata aperta, il silenzio è stato rotto da un senso di incredulità tra i presenti.
Non c’era vuoto o disordine, ma una figura rannicchiata, accovacciata.Era lei. La giovane era nascosta lì, in uno spazio angusto e difficile da immaginare come rifugio.Tra le mani, la ragazza stringeva con forza un portachiavi e un oggetto metallico appuntito, una sorta di ar*a improvvisata.

L’emozione del luogotenente che l’ha individuata è stata subito seguita da una domanda, e dalla risposta inattesa della studentessa. “Non ho fatto niente” – ha detto al carabiniere che l’h trovata prima di aver un malore ed essere soccorsa dai sanitari del 118.
Ma vediamo che cosa ha detto sul caso la dottoressa Roberta Bruzzone come sempre l’esperta non le ha mndate a dire in quanto sempre molto attenta all’analisi psicologica dei personaggi qualcosa di davvero assurdo. e incredibile le sue parole sono chiare.