Per giorni, l’intera comunità aveva trattenuto il fiato in una speranza che, col passare delle ore, si faceva sempre più fragile. Undici giorni esatti di ricerca tesa e ininterrotta, dove ogni ora sembrava segnare il confine tra l’attesa e il dramma.Si cercava una studentessa, Tatiana Tramacere, una giovane vita di cui si erano perse le tracce in un velo di silenzio inspiegabile. Le squadre investigative non avevano mollato un istante, setacciando ogni pista.
Poi, giovedì sera, le lancette dell’orologio hanno superato le 21.00. A Nardò, in quel preciso istante, l’aria si è fatta improvvisamente densa, non più di ipotesi generiche, ma di una sospensione assoluta.
Gli investigatori, in particolare i Carabinieri, si muovevano all’interno di un anonimo appartamento, cercando l’anomalia in una quotidianità forzata.Non era un mistero di facile lettura, ma una sparizione che aveva lasciato tutti con la stessa, pressante domanda: dov’era finita la ragazza? La risposta era nascosta in uno spazio limitato.

Un uomo delle forze dell’ordine ha aperto un’anta. Il mondo, per un attimo, si è fermato: lì, in quello spazio angusto, c’era una sagoma rannicchiata, come a cercare protezione da tutto.
Con un portachiavi stretto tra le dita e un piccolo attrezzo metallico in pugno, la giovane era accovacciata nel buio, attendendo.Il momento in cui i suoi occhi hanno incontrato la luce è stato accompagnato da parole inattese, una dichiarazione che apriva un nuovo, inquietante scenario sulle cause di quella lunga assenza. Qualcosa di davvero molto particolare e davvero incredibile i dettagli sono incredibili.