Tachicardia parossistica sovraventricolare, il primo sintomo della malattia di Laura Pausini (2 / 2)

Laura Pausini convive sin da piccola con la tachicardia parossistica sovraventricolare (TPSV), un disturbo cardiaco che provoca un’improvvisa accelerazione del battito. Questa forma di aritmia, sebbene non sia pericolosa per la vita, richiede una gestione attenta per evitare complicazioni.

Nel caso di Laura Pausini, la condizione è legata a un’anomalia congenita, ma in generale, la TPSV può essere scatenata da stress intensi, eccessivo consumo di caffeina, fumo o altre sostanze stimolanti. Nonostante ciò, la cantante ha sempre portato avanti la sua carriera con successo, dimostrando che una vita attiva è possibile con le giuste precauzioni. Come si manifesta la TPSV?

Gli episodi di TPSV possono presentarsi senza preavviso, con una frequenza cardiaca che può raggiungere fino a 280 battiti al minuto, per poi risolversi spontaneamente in pochi secondi o protrarsi per ore. Tra i sintomi più comuni vi sono palpitazioni, capogiri, affanno e una sensazione di ansia improvvisa. In alcuni casi, l’aumento repentino del battito può portare anche a svenimenti, sebbene la maggior parte degli episodi si attesti tra i 150 e i 200 battiti al minuto.

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Non esiste una cura definitiva per la TPSV, ma diversi approcci possono tenere sotto controllo i sintomi. Le manovre vagali, come trattenere il respiro o immergere il viso in acqua fredda, aiutano a rallentare il ritmo cardiaco. Nei casi più persistenti, si può ricorrere a farmaci antiaritmici o alla cardioversione elettrica, una procedura che ripristina il battito normale attraverso una scarica controllata.

Nei casi più complessi, l’ablazione transcatetere – un intervento mini-invasivo – può correggere il problema alla radice. Laura Pausini rappresenta un esempio di come, con la giusta consapevolezza e i trattamenti appropriati, sia possibile convivere con questa condizione senza rinunciare ai propri obiettivi.