Il 23enne Mario Ocone, figlio maggiore di Salvatore Ocone, ha dichiarato che gli voleva bene ma che ora non vuole sapere del padre. Lui non era in casa al momento della mattanza, trovandosi a Rimini, dove lavora in una pizzeria. Dopo essere stato informato dai carabinieri del femminicidio, si è precipitato a Paupisi.
Queste le parole di Mario Ocone: “Che mio padre soffrisse di depressione ormai lo sanno tutti, ma nessuno era mai arrivato a pensare che potesse accadere una cosa del genere. Lui prendeva i farmaci, era seguito. L’ho sentito l’ultima volta venerdì sera e abbiamo fatto i soliti discorsi. Era tutto normale”-
Il figlio maggiore di Salvatore, parlando dei suoi genitori e di quello che accadeva tra loro, ha aggiunto: “Sì, qualche litigio tra lui e mia madre capitava, ma come in tutte le coppie. A casa nostra non c’era un ambiente malato. E sono sicuro che se ci fossi stato io tutto questo non sarebbe successo”. Mario ha perso la madre, il fratello 15enne e prega per la sorella 16enne Antonia, ricoverata all’Istituto neurologico Mediterraneo di Pozzilli, in provincia di Isernia, in terapia intensiva e in coma farmacologico, mentre i medici stanno cercando di salvarle la vita.
I suoi due fratelli sarebbero stati colpiti in casa e poi trascinati fino all’auto. Salvatore Ocone ha passato ore e ore chiuso nella sua auto con i corpi dei figli, di cui uno deceduto, sino a quando si è dato alla fuga… una fuga durata 12 ore e terminata quando la pattuglia in elicottero ha individuato l’auto parcheggiata in campagna e arrestato l’uomo.
Ocone ha confessato di aver colpito la moglie perché «lei aveva sempre un atteggiamento aggressivo nei suoi confronti». Mario Ocone, invece, smentisce tassativamente questa versione. Gli accertamenti dei carabinieri hanno confermato che Salvatore Ocone era affetto da psicosi cronica e nel 2011 era stato sottoposto a Tso ma non risultano precedenti denunce né interventi dei servizi sociali nei confronti della famiglia Ocone.