Di certo i fumatori, specie quelli più incalliti, non faranno i salti di gioia, alla luce dell’ultimissima notizia appena giunta che parla di stangata sulle sigarette ma dura lex sed lex, dicevano i latini! Il dettaglio concreto che risponde a tutte le domande arriva direttamente dalle pieghe della Manovra 2026, il documento fondamentale che stabilisce le regole finanziarie del Paese.I funzionari del Tesoro hanno infatti messo nero su bianco un incremento costante e scaglionato, seppur apparentemente minimo, del carico fiscale su ogni singola confezione di sigarette.L’operazione non si configura come uno shock per il mercato, ma come un lento e cadenzato aumento della pressione sul portafoglio dei cittadini.
Per l’anno 2026, il costo unitario aumenterà di circa cinque centesimi per ogni pacchetto acquistato.Salendo nella scala temporale, si osserva che l’anno 2027 porterà con sé l’incremento più significativo di tutto il piano. In quel periodo, la crescita del prezzo toccherà i sette centesimi,. Nell’ultima frazione del triennio stabilito, il 2028 vedrà una leggera stabilizzazione, ma pur sempre un ulteriore incremento. Il pacchetto subirà un ritocco all’insù di circa sei centesimi rispetto all’anno precedente.Nel complesso, meno di venti centesimi nel giro di tre anni.
Il testo della manovra prevede di passare dall’attuale accisa di 29,50 euro ogni mille sigarette a 32 euro nel 2026. Le accise passeranno poi a 35,50 euro nel 2027 e infine a 38,50 euro nel 2028 .Si tratterebbe di esattamente diciotto centesimi in più, da oggi alla fine del 2028. Misure diverse per le sigarette elettroniche. I “tabacchi da inalazione senza combustione”. Oggi valgono il 39,5% delle accise che si pagherebbero su una quantità equivalente di sigarette, dall’anno prossimo avrebbe dovuto scattare il 42%. Invece si passerà al 40,5%, e poi al 41% nel 2027. Solamente nel 2028 si arriverà al 42%. Gli aumenti ci saranno, insomma, ma in modo più graduale nei prossimi anni.
Per quanto riguarda invece i “prodotti da inalazione senza combustione costituiti da sostanze liquide, contenenti o meno nicotina”, ovvero i cosiddetti “prodotti succedanei del fumo”, ci sarà un incremento. I prodotti con la nicotina oggi sono tassati al 16% delle accise su una quantità equivalente di sigarette. L’anno prossimo la percentuale avrebbe dovuto salire al 17%, invece andrà al 18%. Poi salirà al 20% e, dal 2028, al 22%. Percentuali più basse per i prodotti senza nicotina (13%, poi 15% e 17%).
La misura rappresenta una scelta politica mirata. L’obiettivo è quello di incrementare progressivamente il gettito statale attraverso un’azione fiscale dilazionata, il cui impatto cumulativo sarà avvertito nel corso dei tre anni di validità del provvedimento.