"Speranze finite", il corpo è stato appena ritrovato

Purtroppo vi è stato un esito nefasto per le ricerche di una persona che risultava scomparsa, per la vittima non vi è stato nulla da fare. Un dolore straziante e immenso per tutti.

"Speranze finite", il corpo è stato appena ritrovato

L’estate ormai è arrivata e gli italiani non vedevano l’ora che arrivasse la bella stagione dopo due anni trascorsi con la pandemia di Covid, che ha imposto anche ai gestori degli stabilimenti balneari le regole di distanziamento sociale e dell’utilizzo dei dispositivi di protezione individuale. Insomma dopo le restrizioni ci si prepara a trascorrere una estate tutto sommato tranquilla, anche se il Covid rimane sempre dietro l’angolo e bisogna utilizzare tutta la prudenza necessaria.

Come ogni anno la cronaca è purtroppo piena di incidenti che accadono sul nostro litorale italiano, da Nord a Sud. Spesso si tratta di malori che avvengono in spiaggia o di annegamenti, circostanza quest’ultima in cui purtroppo ogni anno tantissime persone perdono la vita. Ciò avviene per i motivi più disparati. In queste ore una assurda tragedia si è verificata in Italia, vediamo cosa è accaduto.

Trovato il suo corpo senza vita

Nelle scorse settimane il 41enne Alessandro Redaelli è scomparso nelle acque del Lago di Garda mentre faceva il bagno. Era il 17 luglio e Redaelli, che da poco si era trasferito da Lecco sul Garda per lavoro, stava trascorrendo una giornata di relax assieme alla sua famiglia, quando non ha fatto più ritorno tra le braccia dei propri cari.

I famigliari ne hanno denunciato immediatamente la scomparsa alle autorità, che hanno cominciato immediatamente le ricerche. Ricerche che si sono concluse soltanto una settimana dopo, il 24 luglio, quando il corpo senza vita di Redaelli è stato trovato nel lago. Un uomo amato e stimato, solare, energico, così lo ricorda chi lo ha conosciuto.

Alessandro lascia la sua compagna Sabrina, i suoi splendidi figli. Il 28 luglio scorso si sono svolti i suoi funerali presso la basilica di San Nicolò di Lecco. Tantissimo lo strazio di chi lo conosceva e dei suoi cari. “Sono cresciuto con Ale in via Canto con lui ho giocato a pallone. Lui faceva il portiere, se la cavava bene, era un bel gatto e mi passava buoni palloni in difesa. Abbiamo vissuto insieme con indirizzi diversi anche le scuole superiori, il Badoni, e poi  l’università. Non riesco a togliermi dalla mente quel suo sorriso” – questo il commosso ricordo di don Marco Albertoni, amico di infanzia dello stesso Alessandro.

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