Il 24 giugno si è spento Alvaro Vitali, attore tra i volti più amati della commedia italiana degli anni ’70 e ’80. Il suo esordio nel cinema fu sotto la direzione di Federico Fellini in Satyricon, ma il successo arrivò con le commedie brillanti, accanto a nomi come Lino Banfi ed Edwige Fenech. Non solo Pierino, ma un artista completo, che ha saputo raccontare, con leggerezza e cuore, un’Italia che oggi sembra lontana, ma che rivive ogni volta che si accende lo schermo.
Il funerale si è tenuto a Roma, nella chiesa di San Pancrazio, e ha visto la partecipazione di numerosi esponenti del mondo dello spettacolo, venuti a rendere omaggio a un collega che, con ironia e umiltà, ha saputo farsi amare dal grande pubblico.
Tra i tanti è spiccata la presenza di Nadia Bengala, attrice e amica, lo ha descritto come “una persona buona, corretta, mai sopra le righe”, mentre Lino Banfi, suo storico compagno di set, ha espresso dolore e incredulità, ricordandolo come “un talento puro, divertente e umano”. Ma a non passare inosservata è stata soprattutto la presenza di un grandissimo personaggio del mondo del cinema italiano.
Parliamo ovviamente del grande Carlo Verdone, visibilmente commosso durante la cerimonia, che ha voluto ricordarlo come “un uomo generoso, che mi ha regalato il suo volto, la sua amicizia e tanta professionalità”. Verdone ha offerto una considerazione amara ma realistica: “Il cinema è così, arriva per tutti il momento in cui si viene dimenticati. Ma non per questo si smette di aver dato tanto.”
Alvaro Vitali lascia un’eredità fatta di risate, spontaneità e autenticità. Il suo contributo al cinema popolare rimane vivo, e continuerà a parlare alle generazioni future. Durante la cerimonia non sono mancati momenti di riflessione sul mestiere dell’attore e sulla brevità della gloria.