Pablo Gonzalez Rivas, 48 anni, salvadoregno, ha confessato il delitto della compagna Nataly Quintanilla Valle, 40 anni, dopo giorni di contraddizioni e una versione iniziale che parlava di un allontanamento volontario della donna. Arrestato e interrogato, Gonzalez ha ammesso di averla soffocata durante un “gioco sessuale”, stringendole il collo fino a quando non ha più respirato.
In preda al panico, ha nascosto il corpo in un borsone e lo ha gettato lungo la strada verso Cassano d’Adda, nella notte tra il 24 e il 25 gennaio. Le indagini, supportate dalle immagini delle telecamere di sorveglianza, hanno smentito la sua prima versione, secondo cui Nataly sarebbe uscita di casa con un trolley mentre lui dormiva.
I video lo mostrano invece entrare e uscire dall’appartamento con una borsa, prima vuota e poi pesante, contenente il corpo della compagna. Nataly, baby sitter per una chirurga, era stata eliminata tra l’1.39 e le 2 del 25 gennaio, come ricostruito dagli inquirenti. Gonzalez ha cercato di insabbiare il delitto, continuando a vivere come se nulla fosse successo, fino a quando la datrice di lavoro e le amiche di Nataly, preoccupate per la sua scomparsa, non hanno allertato i carabinieri.
L’uomo ha presentato una denuncia tardiva, sostenendo che Nataly fosse depressa e preoccupata per il rinnovo del permesso di soggiorno, ma le testimonianze delle amiche hanno dipinto una donna allegra, con progetti futuri e senza segni di disagio.
Gli investigatori sospettano che la confessione del “gioco intimo” sia l’ultima di una serie di menzogne, ipotizzando invece tensioni di coppia legate ai soldi che Gonzalez inviava all’ex moglie e ai figli in Salvador. Accusato di delitto volontario aggravato e occultamento del corpo, l’uomo è ora nel penitenziario in attesa di ulteriori sviluppi delle indagini.