Nel cuore del Molise, dove il confine tra Abruzzo e la natura più selvaggia si fa sfumato, viveva una famiglia secondo ritmi ancestrali. Avevano scelto i boschi di Palmoli, provincia di Chieti, come rifugio dal frastuono moderno, adottando una vita essenziale e l’«unschooling» per l’educazione dei figli.
Un velo di normalità apparente, però, si è spezzato all’improvviso, attirando l’attenzione delle autorità. Nonostante l’esistenza sobria e in contatto con la terra, la loro scelta educativa è stata sottoposta a un giudizio severo.
L’isolamento, la mancanza di una scolarizzazione tradizionale, tutto è finito sotto la lente di ingrandimento, trasformando un ideale di libertà in un potenziale pericolo.In un attimo, il destino dei minori è stato segnato da un provvedimento che ha forzato l’allontanamento, suscitando una discussione accesa che va oltre il singolo caso.

Quando la notizia ha iniziato a circolare, un’ondata di stupore e interrogativi ha travolto l’opinione pubblica.In questo scenario di dramma e incertezza, la voce di uno psichiatra e sociologo noto per la sua schiettezza si è levata con forza per smuovere le coscienze.
Paolo Crepet, pischiatra e saggista di fama nazionale, senza mezzi termini, ha posto la questione in una prospettiva cruda e potente e le sue parole hanno raggelato milioni di italiani che stanno seguendo il caso della famiglia nel bosco. Ricostruiamo insieme che cosa l’esperto ha dichiarato, nella pagina successiva del nostro articolo.