Sinistro Milano: ecco perché la cabina del Suv si è staccata dal telaio (2 / 2)

La spiegazione di quel paradosso tecnico risiede proprio nel cuore dell’ingegneria del mezzo. È stata l’architettura tradizionale della Mercedes Classe G a rendere possibile il cedimento, anche se in condizioni estreme. A differenza della stragrande maggioranza delle vetture moderne, questa icona del fuoristrada utilizza ancora una soluzione “body-on-frame”.

Non una scocca unica, ma un robusto telaio separato con longheroni e traverse, a cui la carrozzeria viene imbullonata sopra in più punti. La dinamica del sinistro ha combinato i tre elementi necessari per superare i limiti di questa struttura: una velocità elevatissima, il peso di un veicolo blindato e un colpoavvenuto in modo trasversale. Sotto la massiccia torsione laterale generata dallo scontro, le forze in gioco si sono concentrate sui punti di fissaggio, causando la loro rottura.

Il risultato è stata la separazione completa del pianale dalla cabina. Al di là del fatto meccanico, l’evento ha avuto un  epilogo umano. L’azione violenta sulla strada ha causato la perdita di una persona e il ferimento di altre tre persone a bordo.

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Quello che resta è il segno di un giorno in cui la combinazione di velocità e fisica ha trasformato un simbolo di robustezza in un brutto caso di studio per la sicurezza veicolare.

All’altezza di viale Esperia il SUV, diretto verso il centro di Milano, ha colpito a forte velocità una Opel Corsa proveniente da sinistra. Il colpoè stato talmente violento da ribaltare la Mercedes, generare un incendio e strappare appunto letteralmente la carrozzeria dal telaio. Nel sinistro ha perso la vita il giovanissimo Pietro di soli 19 anni.