Sindrome di Stendhal: cos’è, sintomi e come curarla

La sindrome di Stendhal è una patologia di tipo psicosomatico transitorio che insorge guardando un'opera d'arte particolarmente emozionante o evocativa. La sensibilità dell’osservatore gioca un ruolo chiave nella manifestazione della sindrome.

Sindrome di Stendhal: cos’è, sintomi e come curarla

L’arte, qualsiasi sia la forma, emoziona. Il ricordo di ciò che si osserva rimanere più o meno impresso nella mente di chiunque ne apprezza il senso estetico e comunicativo. Ma possono queste emozioni e percezioni trasformarsi in una malattia? La sindrome di Stendhal ne è la prova.

Conosciuta anche come Sindrome di Firenze, questa sindrome deve il suo nome allo scrittore francese Marie Henry Beyle (1783-1842), noto anche come Stendhal.

Questa sindrome è una patologia di tipo psicosomatico transitorio. I medici non la definiscono una malattia patologica nel senso tipico del termine perché si manifesta solo in alcuni casi. Questa è caratterizzata dall’avvertire ed essere sopraffatti da un senso di malessere generale, fisico e psicologico. La peculiarità è che questa insorge solo guardando un’opera d’arte particolarmente emozionante o evocativa per l’osservatore.

Ma come si riconosce? Quali sono i sintomi?

la sindrome di Stendhal insorge guardando un'opera d'arte particolarmente emozionante o evocativa

La sindrome di Stendhal insorge, nei soggetti particolarmente sensibili ed emotivi guardando un’opera d’arte

L’esperienza di Stendhal

Lo scrittore ne fu colpito nel 1817, per la prima volta, durante la sua visita alla Basilica di Santa Croce a Firenze, al cospetto delle opere di Caravaggio e Michelangelo. Stendhal ebbe successivamente gli stessi sintomi dinanzi alle opere d’arte viste durante il suo soggiorno a Roma e Napoli.

Egli ne descrisse i sintomi nel suo diario di viaggio pubblicato con il titolo “Roma, Napoli, Firenze”. Qui evidenziò e descrisse quelle sensazioni, uniche e fortemente debilitanti, che lo costrinsero a sentire il bisogno di allontanarsi dall’opera. In questo modo fece cessare i sintomi, tra cui le vertigini.

In realtà, non fu solo Stendhal a manifestarne sintomi simili d’innanzi a delle opere artistiche. Altri scrittori e letterati del tempo, come Goethe, Sterne, Proust e Dostoevskij descrissero successivamente nei loro scritti, con differenti emozioni l’effetto che le opere rinascimentali provocarono quando si trovarono dinnanzi al loro cospetto.

Così Stendhal ne descrive il ricordo e la percezione di quel momento:

Là, seduto sul gradino di un inginocchiatoio, la testa riversa e appoggiata allo schienale per poter contemplare il soffitto, le Sibille del Volterrano mi diedero forse il più grande piacere che qualunque dipinto mi avesse mai dato. […] Ero giunto a quel punto d’emozione dove s’incontrano le sensazioni celesti date dalle belle arti e dai sentimenti appassionati. Nell’uscire da Santa Croce, il mio cuore batteva in modo irregolare […], la vita era spossata in me, camminavo temendo di svenire (Stendhal, Roma, Napoli e Firenze, 22 gennaio 1817).

Il rischio maggiore lo corrono i turisti stranieri

I turisti stranieri sono maggiormente a rischio

Soggetti a rischio

Secondo i dati statistici, i soggetti più a rischio sono coloro che vivono condizioni di difficoltà relazionali e personali. A questi si aggiungono coloro che soffrono di disturbi dell’affettività, che sono insoddisfatti o particolarmente sensibili al “bello” e all’estetica.

Questi profili, infatti, tendono a faresi “trascinare” più che altri dalla forza evocativa di un’opera d’arte o di un luogo.

I sintomi della sindrome di Stendhal

Il malessere generale non è l’unico sintomo che identifica la patologia.

I sintomi della sindrome di Stendhal sono differenti e possono essere anche particolarmente importanti. Questi sono associati a disturbi cognitivi, disturbi dell’affettività e a disturbi di tipo psicologico. La sensibilità dell’osservatore gioca un ruolo chiave nella manifestazione della sindrome.

I processi mentali e fisici che si attivano sono particolarmente complessi.

Aspetti neurologici

Da un punto di vista neurologico durante l’attacco della sindrome vengono coinvolte determinate aree del cervello. Queste aree sono quelle che rivestono un ruolo fondamentale nel riconoscimento dell’opera d’arte ma che determinano, anche il senso estetico, il piacere e le emozioni soggettive.

Aspetti fisiologici

A livello fisico, i sintomi principali che si manifestano sono il senso di malessere generale, le palpitazioni, la tachicardia, la difficoltà nel respirare e la sensazione di svenimento. A questi si aggiungono l’eccessiva sudorazione, il rilassamento dei muscoli facciali, gli occhi persi nel vuoto.

Mente e corpo vengono sopraffatti dalla sindrome di stendhal

La sindrome di Stendhal incide sulla mente e sul corpo

Aspetti psicologici

La sindrome interessa anche il  piano psichico. Chi è colpito dalla Sindrome di Stendhal, infatti, cade in balia di crisi e attacchi di panico, ansia, angoscia, delirio. Incisive sono anche le allucinazioni e le alterazione della percezione della realtà, dei suoni e dei colori.

In alcuni casi il coinvolgimento dell’osservatore è tale da condurlo alla depressione e alla percezione di essere solo.

Il soggetto, in preda a confusione mentale e senso di disgregazione dal proprio Io, percepisce di trovarsi in una realtà parallela, in un mondo irreale. Avverte come se l’opera d’arte che sta osservando fosse un accesso per quel mondo che lo attira a sé inesorabilmente.

Chi ne viene colpito o ne è soggetto sente l’incombente bisogno di ritornare alla realtà senza riuscirci. Ecco quindi che si manifestano i sintomi già descritti.

Come curare la sindrome

La Sindrome di Stendhal non provoca conseguenze permanenti.

Il malessere è solo temporaneo e gli effetti svaniscono con un po’ di riposo. Questo avviene dopo che l’osservatore ha ripreso consapevolezza di essere nel mondo reale e non più preda dell’opera d’arte.

In seguito, chi ha mostrato di essere particolarmente predisposto alla sindrome dovrà, però, fare attenzione ogni volta che decide di affrontare un viaggio. Ogni gita o escursione turistica, che prevede di visitare ed osservare opere d’arte può attivare i processi che scatenano la sindrome.

La sindrome di Stendhal si manifesta specialmente dinnanzi alle opere di Caravaggio e Michelangelo a Firenze

Firenze è la città dove si registrano più frequentemente casi della sindrome di Stendhal

Cause

Firenze, a quanto pare, è la città dove si registrano più frequentemente casi della sindrome di Stendhal. Le opere di Caravaggio e Michelangelo sembrano essere i maggiori responsabili della manifestazione dei sintomi. Secondo alcuni studiosi, le opere dei due artisti rinascimentali predispongano più di altri alla manifestazione della sindrome per un motivo specifico. Nessuno, amante dell’arte o meno, può mette in dubbio il loro genio artistico, la loro capacità comunicativa ed evocativa e l’uso magistrale delle tecniche pittoriche e scultoree.

Le “vittime” più colpite sono soprattutto gli stranieri, forse perché non abituati a vedere e vivere in città d’arte belle come quelle italiane.

In realtà le ipotesi sull’origine e cause che determinano la manifestazione della sindrome possono essere attribuite ad ogni opera d’arte presente in qualsiasi parte del mondo e a qualsiasi artista. E’ sufficiente che l’opera sia in grado di emozionare o attrarre.

La sindrome venne riconosciuta da un punto di vista medico e scientifico solo nel 1979, quando una psichiatra italiana, Graziella Magherini, dopo aver analizzato e descritto numerosi casi che presentavano la stessa sintomatologia tra i visitatori della città toscana, scrisse e pubblicò “La sindrome di Stendhal. Il malessere del viaggiatore di fronte alla grandezza dell’arte”.

Continua a leggere su Fidelity Donna